Messaggioda giardiniere dell'Eden » mer gen 18, 2006 7:26 pm
Oggi, mentre potavo, mi chiedevo quale direzione avrebbe potuto prendere il cogito di Cartesio se egli si fosse imbattuto nei due gemellini di cinque anni che vivono sulla sedia a rotelle, non parlano, non vedono, non sentono, non pensano, ma trascorrono la giornata gesticolando spasmodicamente con le braccia.
Non "cogito, ergo sum", ma piuttosto (come sottolinea il teologo Bruno Forte) "cogitor, ergo sum": sono pensato, quindi sono. Pensato, voluto, amato. E' in questo modo che forse viene fatta giustizia all'umanità più ferita della Terra. Ed è qui, forse, che si fonda la sacralità della vita umana.
"L'uomo non è intangibile per il fatto che vive. Di tale diritto sarebbe titolare anche un animale, in quanto esso pure si trova a vivere (...). La vita dell'uomo rimane inviolabile poiché egli è una persona (...). L'essere persona non è un dato di natura psicologica, ma esistenziale: fondamentalmente non dipende né dall'età, né dalla condizione psicologica, né dai doni di natura di cui il soggetto è provvisto (...).
La personalità può rimanere sotto la soglia della coscienza - come quando si dorme - tuttavia essa permane e ad essa bisogna far riferimento.
La personalità può essere non ancora sviluppata come quando si è bambini, tuttavia fin dall'inizio essa pretende il rispetto morale. E' addirittura possibile che la personalità in generale non emerga negli atti, in quanto mancano i presupposti psico-fisici, come accade nei malati di mente (...). E infine, la personalità può anche rimanere nascosta come nell'embrione; ma essa è data fin dall'inizio in lui e ha i suoi diritti. E' questa personalità a dare agli uomini la loro dignità." (Romano Guardini - Studi Cattolici, 1974)