L'ho visto e ...

film, DVD, Divx: dalla semiologia alla tecnologia passando dalle impressioni a caldo sull'ultimo film
roby noris
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L'ho visto e ...

Messaggioda roby noris » mar mar 09, 2004 1:19 am

In the cut: bistrattato e denigrato dal pubblico americano che, moralista e bigotto com'è, ora ritarda anche la notte degli Oscar (e chi se ne frega) di 5 secondi per la censura dopo il seno della Jackson mostrato al Superbol, figurarsi come non avrebbe fatto a pezzi la fidanzatina d'America Meg Ryan che scopre il sesso un tantino hard. Comunque se si ha una certa abitudine al cinema duretto è un buon triller, un po' lento girato e interpretato bene da due brave brave Meg ryan e Jennifer Jason Leigh.
Elephant: impossibile non paragonarlo a Bowling for Columbine che però era un documentario di denuncia della facilità con cui ci si procura armi in USA. Elephant invece non fa analisi, non da chiavi di lettura, non condanna e non fa apologie. Beh allora che fa? Descrive lentissimamente la vita noisissima di questi adolescenti che quasi per gioco faranno una strage. È lo sguardo soggettivo dei due più balordi che diventeranno assassini e di altri che non lo diventeranno ma che il buon Gus Van Sant (quello degli ottimi Will Hunting , Finding Forester e del terrificantemente noiso Gerry) sembra dirci che in fondo potrebbero diventarlo anche loro visto che sono della stessa pasta. Un buon quadretto quasi surrealista con pianisequenza interminabili di passeggiate attraversando corridoi in soggettiva con steadicam quasi appiccicata al collo del passeggiatore, con un obiettivo da sogno, roba da NASA come quello confezionato espressamente per Kubrik per girare Barry Lindon. Crapa e capelli del deambulatore a fuoco e tutto il resto flou. UAUHHH lo voglio anch'io.

Por
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Messaggioda Por » mar mar 09, 2004 9:40 am

21 grams Mi è piaciuto molto, a parte il mal di pancia che dura quasi tutto il film e che si quieta, in parte, solo alla fine. Un intreccio reso interessante dal racconto disordinato, come una sorta di puzzle che lo spettatore riesce a ricomporre solo negli ultimi dieci minuti. Una fotografia di altissimo livello, e tre attori magnifici, le cui performance vengono messe in valore dalle riprese (sui dati tecnici aspetto il tuo commento, Roby). Alla fine c'è pure spazio per la speranza, ma non una speranza astratta, bensì quella che distingue la fine di un lutto, gli sguardi dei protagonisti sembrano semplicemente dire: life goes on! Ma quei famosi 21 grammi che la morte si porta via, cosa significano? Significano che c'è speranza...

roby noris
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Messaggioda roby noris » gio mar 18, 2004 7:45 am

American Splendor: un gioiellino tutto americano da BD (fumetti) con riferimenti all'autore/personaggio e all'epoca Crumb dei fumetti all'LSD. Storia di uno sfigato di cui il fumetto racconta la vita, con moglie idem come lui e figlia semi adottiva. Con gli attori che impersonificano magistralmente i veri personaggi che compaiono come esterni al film e raccontano, guardano e commentano. Un cammeo che spazia fra la satira sottile, la comicità garbata, il disincanto sulla vita e l'approfondimento discreto ma incisivo sul crescere dei personaggi e sulla società americana ma in fondo occidentale in genere. Produzione mi sembra minore senza valanghe di milioni di $ e troppo intelligente da rischiare di non uscire nelle sale. Quindi noleggiare il DVD (inglese sottotitoli anche in francese) anche perché doppiato in italiano, se uscirà, rischia la fine di tutti i film con personaggi un po ritardati o anche solo imbranati che i doppiatori italiani e francesi riducono a poveri deficenti. Avete visto il massacro di I am Sam (Mi chiamo Sam) in italiano? Con Sean Penn che ha vissuto tre mesi in un istituto per persone andicappate per studiare il personaggio e dargli nel film una dignità e una forza straordinaria che rovescia la logica del confronto con la strabellissima Pfeiffer avvocata di successo(è l'idea centrale del film); ebbene il doppiatore l'ha massacrato nella versione italiana che rende il personaggio un deficente assolutamente non credibile per rapporto all'idea cardine del film. Questa digressione sul doppiaggio di I am Sam ha lo scopo di portare avanti la mia campagna donchisciottesca (sono un pro in questo) per la soppressione dei doppiaggi a favore delle versioni originali sottotitolate. Con un po di abitudine infatti si gustano in tutta la loro atmosfera sonora originale anche quando non si capisce una parola. Ai sottotitoli ci si abitua velocemente leggendoli con la coda dell'occhio velocemente, così non tolgono quasi nulla alla visione dell'immagine.
Nel film citato la catastrofe da doppiaggio è flagrante ma l'idea è comunque vera sempre. Pensate al lavoro sul personaggio che spesso un buon attore fa per renderlo suo ma tutto questo lavoro nella migliore delle ipotesi viene solo imitato più o meno bene dal povero doppiatore. Comunque per tornare a American Splendor www.videosystem.ch (di cui non ho le azioni) lo noleggia anche via cellulare. Buona visione.

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Messaggioda Por » gio mar 18, 2004 4:06 pm

Sui doppiaggi: Italia e svizzera italiana sono le uniche regioni d'Europa in cui è praticamente impossibile assistere a proiezioni in v.o. sottotitolate se non a orari impossibili, in cinema alternativi (tipo lux) o festival cinematografici. Saranno sei anni che non vado più al cinema in Ticino (Pinocchio a parte, sigh...). Ma da dove viene 'sta mania del doppiaggio, che toglie il 60% del contenuto all'interpretazione degli attori?

Roby, sono disposto a battermi al tuo fianco per questa nobile causa!

paolo
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Messaggioda paolo » gio mar 18, 2004 6:39 pm

in dvd mi guardo praticamente sempre la versione originale (inglese) con sottotitoli in originale (inglese "per non udenti").

metodo comodo per:
- imparare la pronuncia inglese (a volte: si fa per dire, ma tant'è)
- per aggirare la difficoltà di comprensione di una biascicamento al limite dell'assurdo...

basilio
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Messaggioda basilio » mar mar 23, 2004 1:09 pm

Big Fish: Fantastico, un cast molto impressionante, (sono riusciti a far recitare uno degli uomini piu' alti del mondo, 2m29, di fianco a danny devito, e vi assicuro che schwarzy sembra un nano a confronto) e una fotografia degna di un tim burton in steroidi.
La prima meta' purtroppo ha un difetto: Son tanti piccoli flashback separati tra di loro, senza un filo logico, tenuti insieme da uno scenario di supporto che non affascina e non stimola per nulla. Un papa' che ha raccontato storie al figlio per tutta la vita, il figlio che non riesce piu' a sopportarlo e non gli parla piu', si capisce da subito cosa succedera', ma la storia non avanza, e per un ora e un po', non succede niente.
Dopo l'entre acte, il film decolla. Tutti questi piccoli pezzi di puzzle si compongono piano piano, la storia al presente si fa interessante, e si crea un atmosfera da fiaba come solo tim burton sa crearne.

Yari
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Messaggioda Yari » mer mar 24, 2004 12:10 pm

basilio ha scritto:... si crea un atmosfera da fiaba come solo tim burton sa crearne.


Colgo l'occasione per chiedervi (forse non è il topic adatto, ma d'altronde la frase del Bas è un trampolino di lancio) cosa pensate del Tim Burton's The nightmare before Christmas (titolo inglese, da noi solo Nightmare before Christmas, anche se poco vi importerà), film che io ho gustato da più piccino senza mai approfondirne la visione. Aggiungo che lo appena comprato e che appena l'avrò rivisto vi dirò.

Por
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Messaggioda Por » mer mar 24, 2004 2:01 pm

bello. Ma va visto in inglese, se no ti subisci la voce di renato Zero...

lucia
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Messaggioda lucia » mer mar 24, 2004 5:46 pm

non è troppo male la voce di Renato Zero

roby noris
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Messaggioda roby noris » mer mar 24, 2004 6:48 pm

Yari ha scritto:cosa pensate del Tim Burton's The Nightmare Before Christmas


bello, bellissimo. Una perla nell'horror soft con una caratterizzazione del protagonista con faccia/palla di cuoio assolutamente geniale.
(Chissà se la palla umanizzata nel compagno immaginario Wilson in Cast Away, citata anche all'inizio di Behind Enemy Lines, è stata influenzata dalla palla di Tim Burton).
Anche la figura femminile è stupenda, tristissima, romantica e si muove di luce propria. Molti altri personaggi sono dei piccoli gioiellini, ma la magia è favorita dal ritmo (montaggio, musica ecc.) e dalla struttura narrativa; ci si dimentica presto di essere in un universo di animazione e si entra completamente in quel mondo irreale considerandolo assolutamente coerente, nel sogno che svanisce solo con i titoli di coda. Non mi piace tutto di Tim Burton (Mars Attacks e Planet of the Apes sono ratati, ma Sleepy Hollow e Batman Returns sono suppppermovies) però un'atmosfera analoga credo di averla ritrovata solo in un altro capolavoro di animazione con pupazzi fatto dieci anni prima: Dark Chrystal (1982) di Jim Henson il mago dei Muppet.

imperator_mundi
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Messaggioda imperator_mundi » gio mar 25, 2004 4:09 pm

A occhio e croce il filiforme protagonista di Nightmare Before Christmas riprende alla lontana delle raffigurazione della morte tipiche del Messico, stile Manny Calavera di Grim Fandango per chi se lo ricorda (difficile se uno no si chiama baas) e con le cui fattezze si vedono delle bamboline in una scena di Frida, per spiegarmi meglio vi piazzo un paio di links: http://images.google.ch/images?hl=de&ie=UTF-8&oe=UTF-8&q=grim+fandango&meta=&sa=N&tab=wi
http://images.google.ch/images?q=nightmare+before+christmas&ie=UTF-8&oe=UTF-8&hl=de&btnG=Google+Suche

probabilmente le cose non hanno nulla a che vedere, però ricordo che all'epoca avevo fatto il collegamento.
Le convinzioni sono per la verità nemiche più pericolose che le menzogne.

Friedrich Nietzsche

basilio
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Messaggioda basilio » ven mar 26, 2004 2:59 am

manny calavera era piu' tozzo di jack :D
ma effettivamente avevo fatto il collegamento pure io a suo tempo.
In verita' penso che jack venga soprattutto dallo spaventapasseri che sovente si ritrova in testa una zucca nella notte d'ognissanti, almeno laddove hanno l'abitudine di festeggiare con le maschere la settimana dei morti.

e lucia, renato zero = il male. :twisted:

roby noris
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Messaggioda roby noris » sab mar 27, 2004 5:48 pm

ho una serie di foto delle espressioni diverse della faccia-palla di cuoio di Jack e sarei tentato di dire che è tutta farina del sacco di Tim, anche se l'idea di Manny Calavera è carina.

The Human Stain (La macchia umana)
Una domanda senza risposta potrebbe essere: "quale film non si può fare con Nicole Kidman e Antony Hopkins?
Credo sia stato abbastanza stroncato dalla critica e da una parte di pubblico, ma The Human Stain è scritto bene e realizzato ancora meglio. Una performance interpretativa d'alta classe con una coppia tanto improbabile sulla carta quanto magistrale nel percorso rappresentato, dove il gesto, lo sguardo e il movimento di camera dipingono più che descrivere. Una Kidman che dai volteggi scintillanti di Moulin Rouge striscia prostrata verso le due scatolette dorate delle ceneri dei figli mentre un Hopkins all'altezza del Lewis di Shadowlands (il gioiello arrivato da noi come Viaggio in Inghilterra) le tende titubante un braccio. Pur non raggiungendo la sua vetta interpretativa di Eyes Wide Shut - senza Kubrick non sarà più possibile - ci è abbastanza vicina, ed esplode di sensualità nello sfascio drammatico del personaggio che rinasce per un attimo nell'incontro coll'anziano professore dall'oscuro passato rimosso. La speranza nell'incrocio di due percorsi drammatici che attraverso la love story inattesa e insperata mettono in comune il loro passato da dimenticare. La morte aleggia come sigillo di una passione, e riscrive le due storie unendole per sempre. Musica, colore e luci dosate con finezza fanno da degna cornice a questo ottimo film. Molto bravi anche i coprotagonisti che di fronte ai due mostri però sono quasi sbiaditi.

roby noris
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Messaggioda roby noris » dom mar 28, 2004 2:08 pm

Por ha scritto:21 grams (sui dati tecnici aspetto il tuo commento, Roby)


Interpretazione della Naomi Watts da Oscar.
Sean Penn very good, forse un po' debole il personaggio di Benicio del Toro, montaggio e scrittura con ritmo e classe da vendere, mi ricorda un po' (nel bene) il montaggio di Memento anche se qui non si racconta la storia alla rovescia ma si continua a saltare avanti e indietro. Come in The Human Stain uscito nello stesso periodo (che coincidenza!), una donna con due figli morti drammaticamente in un incidente e un amore strano e problematico che si conclude con la tragedia di una morte violenta e insensata. Uso della camera spesso in movimento frenetico che segna con maestria il ritmo e l'atmosfera dell'azione. Da vedere.

lucia
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Messaggioda lucia » dom mar 28, 2004 3:03 pm

bello questo topic, per chi come me è troppo pigro per andare al cinema, ma compra volentieri dvd, sapendo che il film vale la spesa.

Sto facendo la lista

roby noris
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Messaggioda roby noris » dom mar 28, 2004 6:22 pm

grazie Lucia. allora eccone altri due.

Calendar girls

Per quelli che hanno il palato delicatissimo sul genere commedia e accettano solo prodotti di alta classe dove l'humor o è raffinato o non esiste, questo è il film da aggiungere a una lista come ben sappiamo piuttosto esigua.
Storia vera di un club femminile inglese, inglesissimo, dove per raccogliere fondi per la ricerca sulla leucemia, di cui è morto il marito di una dei membri, 11 signore dai 50 in su posano nude per un calendario che dopo le difficoltà iniziali ha un successo strepitoso (anche nella realtà, come raccontato negli special del DVD). Helen Mirren la figura centrale di Gosford Park e per gli amanti di fantascienza, il capitano dell'astronave russa in 2010, ha una carica di simpatia e di energia dirompente e le altre coprotagoniste non sono da meno. Eleganza e delicatezza nel gioco col corpo femminile non stereotipato perché non più giovanissimo e quindi fuori dagli schemi del nudo da copertina, sono le caratteristiche che connotano questo piacevolisimo esilarante affresco inglese. A colazione la tavola imbandita, lui sfoglia il giornale e impassibile dice alla moglie (miss settembre credo) "cara? sei nuda sul Telegraph. (silenzio di alcuni secondi) Passami il becon.
A fare questo film con il contributo di tutti i veri protagonisti della storia (come consulenti e non come attori) è Nigel Cole che aveva fatto Saving Grace nel 2000 (L'erba di Grace) un altro gioiello di comicità english.
Il calendario fra l'altro è un'opera d'arte e probabilmente è reperibile perché è stata fatta l'edizione 2004. Vi farò sapere, o se qualcuno lo trova lo segnali.

The Missing
Ambientazione Western, ma solo l'ambientazione perché lo schema è piuttosto da action/triller di quelli girati nelle megalopoli americane con ritmo e montaggio veloce. Non un capolavoro ma piacevole e ben dosato, paesaggi e corse di cavalli come devono essere, con una Cate Blanchet che sempre più si conferma come una delle migliori attrici di questi ultimi anni. Da vedere su grande schermo, quindi cinema o proiettore.

Dani Noris
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Messaggioda Dani Noris » dom mar 28, 2004 10:13 pm

Calendar girl mi ha fatto immagazzinare buon umore per almeno tre gioni interi.

Yari
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Messaggioda Yari » mer mar 31, 2004 12:41 pm

Yari ha scritto:Aggiungo che lo appena comprato e che appena l'avrò rivisto vi dirò.


Eh sì, splendido.

roby noris
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Veronica Guerin

Messaggioda roby noris » dom apr 04, 2004 8:29 pm

Veronica Guerin
Storia vera di una giornalista irlandese che nonostante le minacce di morte prosegue un'inchiesta sul traffico di droga finché viene uccisa. Dal suo sacrificio nasce tutto un movimento di popolo contro la diffusione della droga che porta in breve ad alcune importanti modifiche di legge. Interpretazione magistrale di Cate Blanchett che fra l'altro assomiglia abbastanza al personaggio vero, una madre, che si batte strenuamente per il futuro di suo figlio, per una società migliore. Girato con ritmo e dinamica avvincente, cura, dosando bene gli ingredienti, la caratterizzazione della giornalista, un'eroina dei nostri giorni, credibile nella sua umanità anche se fuori dagli schemi per coraggio e determinazione. Fa parte di quelle fiabe moderne che non hanno il lieto fine ma un segno di speranza che può essere colto dalla maggioranza silenziosa nel messaggio: si può sperare contro ogni speranza perché ne vale comunque la pena.
Perché non ricordare nella lista, anche se la storia è quella di un bambino che scopre il valore rivoluzionario della solidarietà, lo splendido Pay it Forward (Un sogno per domani).

Master and Commander
Il mare in burrasca come non l'avevamo mai visto, o meglio in The Storm c'era già tutto l'apparato effetti speciali, ma qui c'è il fascino del veliero inglese ottocentesco. Giri di elicotteri intorno al veliero assolutamente mozzafiato anche se un po troppo Titanic. E poi le Galapagos con Iguane, tartarughe e tutto quello che i documentari del National Geographic ci hanno già mostrato, ma qui su grande schermo i naturalisti possono sognare. Poi le solite battaglie marittime con dovizia di particolari che un montaggio curatissimo permette di apprezzare anche se sai già tutto. E il problema di questo film noioso è proprio il fatto che sappiamo già tutto e abbiamo già visto tutto. Insomma sembra scritto col copia incolla, senza guizzi anche se i ragazzini che combattono sul veliero come navigati marinai sono abbastanza nuovi, ma quelli dell'isola che non c'è di Peter Pan proposti da Spilberg erano quasi più credibili e certamente più simpatici. La fotografia stupenda, il montaggio veloce, la musica sublime - I duetti di violino e violoncello sul veliero sono momentini da brivido se c'è l'impianto adeguato e ... le orecchie aperte al punto giusto - non riescono a farlo decollare, e a un certo punto il film finisce come potrebbe anche continuare altre due ore. Ma non si sa perché e per andare dove. Peccato per i mezzi e la bellezza continuamente sfiorata.

Umi wa miteita – The Sea is Watching - Il mare e l'amore (come spesso succede il titolo italiano è una traduzione molto libera :shock: )

Scritto da Kurosawa e realizzato da Kei Kumai, verosimilmente un suo discepolo che ha voluto realizzare questa pagina del maestro per rendergli omaggio, ma con meno maestria di quanto ce ne sarebbe voluta. Il film è una piacevole descrizione melodrammatica di uno squarcio del mondo delle donne di piacere giapponese, le geishe. Delicato e molto giapponese, penso affascini tutti quelli come noi che il giappone, sia moderno che antico, non lo conosciamo. Un angolo molto ristretto e teatrale quello del bordello fuori dal tempo e dal mondo, dovo si muovono pochi personaggi descritti nella loro semplicità e nella loro capacità di amare, e di sognare, soprattutto le figure femminili che sono le assolute protagoniste. Ritmo lento e didascalico, con un piacevole finale quasi surrealista e cartonato che firma poeticamente questa storia tutta made in Japan, che probabilmente aveva in se qualcosa in più da dire e l’avrebbe forse detta se a realizzarla fosse stato il geniale Kurosawa di Ran, di Kagemusha e Dersu Uzala.

roby noris
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Messaggioda roby noris » mar apr 20, 2004 8:58 pm

Vozvrashcheniye – il ritorno di Andrei Zvyagintsev

Dramma russo, opera prima di Andrei Zvyagintsev, premiato con ragione a Venezia l’anno scorso, ricorda i grandi russi come Tarkowsky, la fotografia impeccabile, il ritmo lento ma misurato nei dettagli, tre interpreti di cui due ragazzi straordinari, che fanno un viaggio per ricucire il rapporto fra padre e figli dopo dodici anni di distacco. Non ci racconta cosa sia successo prima e perché, ma solo un breve percorso della loro vita che cambia. L’intensità del momento presente che vale più per il contesto vissuto fino in fondo, che prende le viscere e l’intimo, che non per le parole dette o le reazioni esplicitate. L’incontro col padre, la scoperta del padre sconosciuto, l’impatto colla propria origine, vissuto dai due fratelli in modi molto diversi ma anche molto uniti in una sorta di viaggio iniziatico alla scoperta di sé.


And Now... Ladies and Gentlemen di Claude Lelouch

Ultima fatica di Claude Lelouch (di cui il DVD traccia la lunga carriera in un documentario su un CD a parte “Les 13 vies de Claude Lelouch”) con un intreccio accattivante e una fotografia di deserto e di città marocchine da godere su grande schermo. Jeremy Irons sempre navigato professionista di classe e Patricia Kaas poco conosciuta ma con fascino e voce da vendere, il titolo è una delle canzoni che ci offre. Un’apparizione fugace e un po’ patetica di Claudia Cardinale, e una serie di attori “minori” molto bravi che fanno da cornice al viaggio dei due protagonisti che ammalati di amnesie temporanee gravi - lui salvato in extremis da un tumore al cervello, lei si cura da una specie di fattucchiera - costruiscono un loro rapporto nel quale redimersi dal proprio passato e veleggiare verso il futuro, la seconda chance. Montato con salti temporali che ne rendono difficile ma anche affascinante la comprensione e la cronologia degli avvenimenti, impressiona la capacità di Lelouch di confezionare un prodotto con ritmo narrativo estremamente dinamico e attuale abbastanza lontano dai suoi film famosi. La classe del regista francese, spesso produttore dei suoi film, che la camera se l’é quasi sempre tenuta in spalla da solo, si vede e si sente.

Beyond Borders di Martin Campbell

Il regista ha fatto Golden Eye, La maschera di Zorro e Vertical Limits oltre a un mucchio di altre cose. Ma il personaggio è lei: Angelina Jolie. Non è solo una bellezza hollywoodiana ma è anche molto brava, basta pensare al gioiellino che è stato Girl interrupted se ci fossero dubbi. Qui si può dire che è Tomb Raider diventato realtà; è finito il fumettone con l’eroina invincibile, per diventare l’eroina che per amore può anche morire come nelle storie vere. Il pregio di questo piacevolissimo ben calibrato film d'azione con love story, è quello di affrontare il tema degli aiuti umanitari con le contradizioni e gli interrogativi aperti che tutto il settore dell'intervento umanitario pone sia in termini macrospici sia nei termini dell'esperienza personale di chi reagisce e vuole fare qualcosa per i paesi del sud del mondo. La questione della morte inevitabile a cui bisogna assistere impotenti, é trattata con delicatezza, con un percorso pedagogico che il film, quasi didascalico, cerca di fare senza uscire dallo schema del prodotto d'azione per il grande pubblico. Ed è un pregio perché è difficile fare dell'approfondimento su questi temi per il grande pubblico senza che questo se ne accorga e fugga terrorizzato. La nostra eroina nella vita è poi anche testimonial, ambasciatrice del UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) di cui nel film è operatrice: a quando i poster negli uffici delle ONG?

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Messaggioda Por » mer apr 21, 2004 1:42 pm

Qualcuno ha già visto Open Range?

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Messaggioda roby noris » gio apr 22, 2004 6:36 am

solo una parte e mi è sembrato ben fatto, ma forse non va molto lontano oltre il buon quadretto d'ambiente e la fotografia da poster. Ti dirò appena l'avrò visto tutto.

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Messaggioda Yari » gio apr 22, 2004 10:53 am

roby noris ha scritto:[...] un altro capolavoro di animazione con pupazzi fatto dieci anni prima: Dark Chrystal (1982) di Jim Henson il mago dei Muppet.


Ieri passegiando per un negozio di DVD ho visto la copertina di Dark Christal e tutto s'è fatto :shock: chiarissimo: il film con gli stessi pupazzi l'ho visto a casa tua una quindicina d'anni fa (probabilmente durante una visita domenicale)! Urge il bis... :wink:
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Messaggioda roby noris » gio apr 22, 2004 7:02 pm

:D :D :D il cinema di Vaglio è sempre aperto. Porta i cookies al cioccolato.

Yari
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Messaggioda Yari » lun apr 26, 2004 4:13 pm

Che mi dite di Coffee and cigarettes?


Per Roby: :D
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