articolo per il Giornale del Popolo dell'11 luglio 3009
L'enciclica? Di una chiarezza che affascina (CARITAS IN VERITATE A CARITAS TICINO)
Per l’organizzazione ticinese è una “boccata di ossigeno”
Questa settimana mentre lavoravamo col collega Dante Balbo al montaggio della nuova serie televisiva Think (pensiero) per Caritas Insieme, un collega ci ha chiesto a bruciapelo “allora come è questa enciclica?” e all’unisono senza rendercene conto gli abbiamo risposto cadenzando coralmente le sillabe “ma-gni-fi-ca”. Non siamo inclini a facili entusiasmi ma questa enciclica per noi di Caritas Ticino lo è davvero. Il fascino sta in un pensiero intelligente che, dall’inizio alla fine, organizza una rilettura dell’economia, della politica e della solidarietà avendo in filigrana una perfetta coniugazione fra la dimensione della carità evangelica e quella della verità. Dalla finanza che ha fatto della massimizzazione del profitto il valore assoluto, al mondo della solidarietà distributiva e filantropica che non sa parlare con l’economia e mantiene i poveri nella dipendenza passiva, i giudizi sono inequivocabili nella stigmatizzazione di questi errori che impediscono la promozione umana; sono giudizi autorevoli, carichi di una lucidità che affascinerà tutti coloro che da esperienze molto diverse, credenti e non, hanno l’onestà intellettuale di stupirsi di fronte a una visione intelligente per tutta l’umanità. Leggendola, tradotta da Dante Balbo in file mp3 da ascoltare (disponibile sul nostro forum
www.caritas-ticino.ch/liturgiaore.html), abbiamo trovato una sintonia incredibile con i testi di M. Yunus, economista del Bangladesh, Nobel per la pace nel 2006, che utilizziamo da due anni per la formazione degli operatori di Caritas Ticino, e M. Yunus è musulmano. A riguardo mi viene in mente persino un ebreo, Daniel Baremboim, che porta in giro per il mondo un’orchestra di giovani musicisti israeliani e palestinesi; perché un pensiero intelligente per la promozione umana non ha compartimenti stagni, anzi ognuno arricchisce gli altri con la propria originalità. Papa Benedetto XVI, infatti, propone a tutti una lettura filtrata dal binomio carità/verità, dichiaratamente cristiano, come opportunità per ripensare globalmente modelli economici, politici, culturali e sociali, fondati su criteri etici condivisibili da chiunque. Geniale ribadire, in questo momento storico, che la socialità deve assolutamente coniugarsi con l’economia, sia a livello di macroeconomia, sia nelle nostre piccole realtà locali, o che la ricchezza va prodotta per tutti e non distribuita, con una dicotomia catastrofica fra luoghi produttivi e luoghi di povertà, dove mandare filantropicamente le briciole. Questioni di metodo di intervento non solo per i grandi progetti di sviluppo del terzo mondo, ma fondamentali anche per i servizi sociali, le opere socio-caritative, le imprese sociali e il non profit in genere. Ricorre la parola fraternità e l’idea di “bene comune” in un’enciclica che non è un trattato di economia o di principi morali, ma una attenta analisi delle degenerazioni etico-culturali all’origine dei guai planetari che abbiamo sotto gli occhi, dalla fame, alle guerre, alle derive bioetiche e all’eutanasia. Non c’è la ricetta contro la crisi, ma tutti gli elementi per immaginare nuovi modelli che mettano l’essere umano al centro, restituendogli integralmente la sua dignità.
A Caritas Ticino la consideriamo una boccata di ossigeno. Thanks BXVI.