Contro la prostituzione non gettare la spugna

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roby noris
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Contro la prostituzione non gettare la spugna

Messaggioda roby noris » lun ott 30, 2006 8:11 am

un convegno a Lugano su questioni giuridiche legate alla prostituzione, per noi molto deludente, è però stato lo spunto per realizzare un servizio televisivo sul tema con i contributi di André Marie Jerumanis teologo e medico e sul fronte politico Monica Duca Widmer e Francesca Lepori Colombo. Il servizio andato in onda a Caritas Insieme su TeleTicino il 28/29 ottobre 2006 è online e visibile quasi istantaneamente sul proprio computer (link sommario) http://www.caritas-ticino.ch/Emissioni%20TV/600/619.htm

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Human Trafficking

Messaggioda roby noris » mer gen 24, 2007 5:43 am

Per continuare la riflessione sul tema prostituzione, desidero segnalarvi un film che ho apprezzato moltissimo, HUMAN TRAFFICKING, che purtroppo temo non arriverà mai alle nostre latitudini. Il film, di cui trovate molte informazioni su http://www.imdb.com/title/tt0461872/ è stato realizza originariamente come mini serie TV e poi come lungometraggio di 3 ore. Tratta il tema del traffico internazionale di esseri umani per la prostituzione, donne, ragazzine e bambini, con i mezzi del cinema holliwoodiano, é comunque canadese, quindi in un linguaggio cinematografico per il grande pubblico, senza eccessi nella descrizione e nella lettura del dramma, ma di un realismo durissimo ed efficace. Interpretazione notevole di Donald Sutterland e Mira Sorvino che fa supporre che credano davvero in questa causa e lottino al di la del film. Non si tratta di un documentario né di un'analisi del fenomeno ma di un film di finzione che ha il pregio di descrivere secondo i canoni del film drammatico e d'azione, una tragedia planetaria che ci passa accanto, dando uno scossone all'idea che "tanto la prostituzione è il più vecchio mestiere del mondo". Un ottimo prodotto di divulgazione che per ora credo si possa trovare solo in versione inglese o francese su DVD da ordinare online ad esempio su www.Amazon.com. Se film del genere passassero sulle nostre reti televisive, chissà, forse sarebbe un po' più difficile sostenere che la prostituzione è un dato di fatto, è legale, non si torna indietro e sostanzialmente non c'è nulla da fare.

Il film termina con questi due testi in sovraimpressione:

AMMONTA A CIRCA 800.000 PERSONE IL TRAFFICO ANNUALE ATTRAVERSO LE FRONTIERE INTERNAZIONALI

DOPO LA VENDITA ILLEGALE DI DROGA E DI ARMI, IL BUSINNESS CRIMINALE PIÙ REDDITIZIO È IL TRAFFICO DI ESSERI UMANI

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articolo di Caritas Insieme n.2 2007 su "Prostituzione

Messaggioda roby noris » dom giu 03, 2007 7:23 pm

per continuare a pensarci :roll:

da Caritas Insieme n.2 2007

PROSTITUZIONE: IL DRAMMA PIÙ VECCHIO DEL MONDO

di Roby Noris

“Non vengo, sono stufa di fare sesso con chiunque”, a dirlo è una donna incinta al settimo mese, una comunicazione intercettata forse casualmente. Non è la sequenza di un film e non siamo neppure nei sobborghi di una metropoli tentacolare con i suoi milioni di drammi umani, ma in una delle tranquille cittadine del canton Ticino. Ce l’ha raccontato un’amica desolata di fronte all’orrore che questo possa accadere dietro l’angolo di casa propria impotenti di non poter far nulla o quasi. Ho raccolto l’interrogativo cosciente del fatto che contro la prostituzione ancora oggi si può fare ben poco, per il deludente quadro legislativo che è lo specchio di una mentalità dominante permissiva che ha completamente abdicato di fronte alla vera portata di questa tragedia planetaria che comincia già sotto casa ma che si esorcizza facilmente con una delle tante stupidaggini come quella del “mestiere più vecchio del mondo”.

Qualche mese fa quasi per caso ho scoperto l’esistenza di un film canadese che ha avuto una certa eco negli Stati Uniti ma credo sia praticamente sconosciuto in Europa: Human Trafficking (Traffico di umani). Con Donald Sutherlad e Mira Sorvino, due attori di un certo calibro che hanno dato visibilità al prodotto cinematografico, che mi sarebbe sfuggito se non fossero stati nel cast. Grazie alla rete dove trovi tutto e puoi comprare di tutto, mi sono procurato il doppio DVD col film e interviste varie a realizzatori e attori, scoprendo su imdb – la bibbia del cinema online – che in origine Human Trafficking era una miniserie televisiva montata poi come un lungometraggio, con le caratteristiche della grande produzione americana curata nei dettagli, nella scrittura del film, nella caratterizzazione dei personaggi, nella dinamica veloce del montaggio. Il dramma dello sfruttamento sessuale di donne e bambine che dai diversi angoli del mondo sono vendute, addescate o rapite, e trafugate negli Stati Uniti come merce, è reso mirabilmente in un intreccio di storie e di azione che lo rendono un ottimo prodotto cinematografico rivolto al grande pubblico - ammesso che questo grande pubblico sappia che esiste evidentemente -. Dall’est europeo o dai paradisi asiatici la sopraffazione di persone indifese, talvolta addescate con promesse allettanti si traduce in un traffico di esseri umani che è al terzo posto della reditività criminale dopo il traffico di droga e di armi, un affare colossale che si perpetra ogni anno attraverso le frontiere internazionali “trafficando” 800'000 esseri umani. Due dati laconicamente scritti in sovraimpressione sulle ultime immagini di Human Trafficking.
Il film è costruito su un’inchiesta di un servizio di polizia per risalire a mandanti e responsabili del traffico negli Stati Uniti con una buona sottolineatura delle difficoltà legali, e non solo, per ottenere qualcosa. E anche quando si apre uno spiraglio per scoprire la rete criminale e l’omertà che la protegge spesso i risultati sono ben pochi: una delle protagoniste, succube perché ricattata con minacce nei confronti della figlia rimasta in Russia, accetta di farsi nascondere dalla polizia e di fornire dati sull’organizzazione del traffico ma sarà scoperta e uccisa. Un monito per chiunque voglia uscire dal giro.

Fiction di un film di azione o descrizione di una realtà dimenticata e mascherata dai luoghi comuni sulla prostituzione? Mi chiedo se dopo aver visto un film come questo sarebbe così facile affermare a cuor leggero che la prostituzione è legale, o che è un male inevitabile, e che al massimo si può verificare che non ci siano irregolarità riguardo ai permessi di soggiorno delle prostitute e accertandosi che siano consenzienti. Ma chi non sarebbe consenziente di fronte al ricatto nei confronti dei propri figli lasciati al paese d’origine?

Si obietterà che molte donne oggi scelgono liberamente di prostituirsi per migliorare la propria condizione economica e avere delle prospettive per se e per la propria famiglia che spesso nei paesi di origine non ci sono, quindi con una decisione personale al di fuori di qualsiasi reti delinquenziale di sfruttamento. Questo è almeno quanto ci propina il qualunquismo mediatico quando trattando il tema della prostituzione da’ voce a prostitute felici di esserlo.

Ma quale libertà è quella di chi non può accedere a un’attività professionale che gli permetta di mantenersi e di conseguenza vede come unica alternativa quella di trasformarsi in merce per il consumo sessuale di chi crede di poter comprare queste prestazioni e questo “oggetto umano”? Un universo impazzito dove il rapporto sessuale è strappato dalla sfera relazionale, mistificando una falsa nozione di scambio tipica del mercato. Ma credo che non si possa parlare di scambio equo in un concetto di mercato che abbia futuro, cioè sano in un’economia sana, senza partire da una posizione paritaria dei due attori della contrattazione; altrimenti il termine corretto per definire l’operazione è sfruttamento, che non si armonizza affatto con un’economia solida. Sono convinto che lo sfruttamento, di qualunque tipo, non abbia futuro a lunga scadenza e quindi sia fallimentare ed esecrabile anche dal punto di vista strettamente economico oltre che da quello etico, quasi ovvio. Una società incapace quindi di riconoscere la disparità e lo sfruttamento, legalizzadoli, sta minando il suo futuro ed è perdente, nonostante i goffi tentativi di occultare la funzione dell’etica e della morale in un processo economico e sociale. In altri termini chi non condivide una posizione etica e morale che condanna la prostituzione forse potrebbe arrendersi se considerasse la disfatta economico-sociale di un sistema squilibrato fondato sullo sfruttamento di paesi poveri e delle fasce più indifese e deboli.

Credo che la conseguenza di questo concetto mistificato dello scambio equo e paritario è ciò che impedisce di mettere in atto l’unico mezzo che potrebbe debellare la prostituzione. La nozione di scambio fra prestazione data e prezzo corrispondente infatti rende la “vendita” perfettamente equa e l’acquirente libero da qualsiasi forma di responsabilità nei confronti di chi offre l’oggetto di scambio suo malgrado. Si nega così qualsiasi meccanismo di sfruttamento di una delle due parte nei confronti dell’altra. Se così non fosse chi paga una prestazione considerata “non vendibile” o chi ci guadagna direttamente e indirettamente sarebbe perseguibile. E se veramente si punisse chi lucra sulla prostituzione, gestori di locali e protettori, e chi ne fruisce, il mestiere più vecchio del mondo diverrebbe presto solo un triste ricordo.

Oggi ci fa ancora effetto il traffico di organi, e fortunatamente non solo perché è illegale. Ma quanto ci vorrebbe perché la mentalità dominante si modifichi giustificando anche questo orrore? Meno di quanti si potrebbe credere.
Il traffico di umani che sta dietro al fenomeno della prostituzione invece sembra non far quasi più effetto e chi osa stigmatizzarlo mettendolo in discussione rischia l’epiteto di bacchettone, ma anche se la battaglia sembra persa in partenza, continuando a gridare nel deserto della superficialità potrebbe succedere un giorno il miracolo di essere ascoltati.


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