Un'idea sul Vangelo del 08 novembre 2008

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Un'idea sul Vangelo del 08 novembre 2008

Messaggioda Dante Balbo » ven nov 07, 2008 11:25 am

Un'idea sul Vangelo del giorno

08 novembre 2008


Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,9-15)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Procuratevi amici con la iniqua ricchezza, perché quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
Se dunque non siete stati fedeli nella iniqua ricchezza, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la
vostra?
Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona”.
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. Egli disse: “Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini,
ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio”.


Commento

Gesù continua il discorso del Vangelo di ieri, relativo alla convenienza, sottolineando che il concetto di convenienza non sminuisce il giudizio morale sulla disonestà di una ricchezza acquisita senza il criterio dell'accoglienza delle cose come dono e quindi della disponibilità a considerarle sempre un bene comune. Se è vero che l'astuzia, o meglio, il sapersi muovere nel compromesso di una ricchezza che non meritiamo e quindi in un certo modo sempre usurpiamo è indice di una possibilità di conquista del Regno, in altre parole, fare una buona azione per avere il paradiso è comunque la scelta meno peggiore, il rischio è di non poter gestire l'attaccamento alle cose, così da diventarne schiavi.
Come a dire che a lavorare con la terra, più o meno ci si sporca le mani. Allo stesso modo usare dei beni senza essere saldamente attaccati a Cristo come criterio di misura della gratuità, necessariamente corrompe il nostro giudizio. Gesù ancora una volta sta esprimendo un criterio estremamente laico, la necessità di preferire la fruizione di un bene al posto del suo uso, per mantenere la propria libertà dai beni stessi.
D.G.B.

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