Un'idea sul Vangelo del giorno
18 marzo 2009
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 17-19 )
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno senza che tutto sia compiuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli”.
Commento
Gesù ha un problema serio, perché viene spesso accusato di rompere radicalmente con l'antica legge e soprattutto è la comunità cristiana che si trova in una situazione difficile, perché ai pagani, cioè coloro che non provengono dal giudaismo non impone praticamente i precetti della Legge. In questo brano di Vangelo tuttavia Gesù risolve elegantemente il problema, perché mostra il suo amore per la Legge, da buon ebreo, ma pone una condizione e cioè che egli ne sia il compimento, la realizzazione, il fine e la conclusione naturale. A questa condizione la Legge non può essere né abolita, né modificata, pperché in ogni sua lettera è raccchiuso il mistero di Cristo pienezza della Legge.
Questo è un brano centrale nel Vangelo di S.Matteo, perché è collocato nel capitolo quinto, il quale contiene anche il cosiddetto discorso della Montagna, è quindi incluso nel "manifesto" del cristianesimo.