- Invitatorio: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_04_21/01_invitatorio.mp3
- Ufficio delle letture: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_04_21/02_ufficioletture.mp3
- Lodi: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_04_21/03_lodi.mp3
- Ora media: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_04_21/04_oramedia.mp3
- Vespri: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_04_21/05_vespri.mp3
- Compieta: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_04_21/06_compieta.mp3
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Un'idea sul Vangelo del giorno
21 aprile 2010
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 35-40)
(le letture evangeliche sono tratte dal sito http://www.lachiesa.it/liturgia)
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Commento
Già il concetto di resurrezione dai morti non era scontato in Israele ai tempi di Gesù, vi erano coloro che credevano che dopo la morte non vi fosse nulla oppure un regno di ombre simile a quello immaginato dai greci, una sorta di parvenza di vita. Gesù non solo si permette di affermare con forza che la resurrezione dei morti è un dato di fatto, avvalorando una tesi comunque presente e sancita anche nella sacra scrittura, per esempio dai libri dei Maccabei in cui si prega per i morti, ma supera ogni limite affermando che sarà Lui stesso a risuscitare coloro che credono in lui, nell'ultimo giorno, cioè un altro modo per affermare la sua assoluta uguaglianza al padre quanto a divinità, anche se ci tiene ad affermare la sua dipendenza dal Padre in quanto figlio.
la parola consolante di questo giorno è che Gesù non è chiamato a discriminare, ma a conservare, cioè il discrimine semmai lo facciamo noi nel rifiutarlo.