- Invitatorio: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2011/11_03_24/01_invitatorio.mp3
- Ufficio delle letture: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2011/11_03_24/02_ufficioletture.mp3
- Lodi: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2011/11_03_24/03_lodi.mp3
- Ora media: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2011/11_03_24/04_oramedia.mp3
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Un'idea sul Vangelo del giorno
24 marzo 2011
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16, 19-31)
(le letture evangeliche sono tratte dal sito http://www.lachiesa.it/liturgia)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti"».
Commento
lazzaro ha un nome, il ricco no. Il ricco anche da morto continua a comportarsi come in vita, ordina, tratta lazzaro come un servo, se la intende con abramo come fosse un suo pari, mentre lui, sfortunatamente è capitato per caso dalla parte sbagliata della strada.
Una cosa, questa, assolutamente rimediabile, se abramo gli farà questa cortesia di aggiustare tutto!
In questo modo Gesù ci dice che abbiamo una sola vita per imparare a pensare, poi, una volta morti, saremo cristallizzati sul nostro pensiero, soprattutto se in questo pensiero non è inclusa la magnifica misericordia di Dio, nella quale invece si può continuare a crescere indefinitamente, perché dio è il signore della vita, mentre quella del ricco più che una vita è la fissità assoluta della morte.