LITURGIA DELLE ORE mp3 e Vangelo del 21.04.11

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Dante Balbo
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LITURGIA DELLE ORE mp3 e Vangelo del 21.04.11

Messaggioda Dante Balbo » mer apr 20, 2011 8:51 am

LITURGIA DELLE ORE da ascoltare mp3:

versione del giorno completa file .zip http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2011/11_04_21/lit_11_04_21.zip


Un'idea sul Vangelo del giorno
21 aprile 2011

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13, 1-15)
(le letture evangeliche sono tratte dal sito http://www.lachiesa.it/liturgia)


Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».



Commento
Oggi ricorderemo il gesto della "lavanda dei Piedi", narrato dall’evangelista Giovanni, ripetendolo anche nella suggestiva coreografia del sacerdote che laverà i piedi, di solito ai chierichetti.
Purtroppo di questo evento è rimasta spesso solo una superficiale emozione, legata soprattutto al senso di umiltà che trasmette. Abbassarsi a lavare i piedi di qualcuno è un gesto da schiavo, quindi questo primo livello di lettura è di comprensione immediata. Quello invece che non è evidente è il contesto, in cui Gesù introduce il servizio ai discepoli entro due chiavi di lettura: "Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine" e "voi mi chiamate maestro e Signore e dite bene, perché lo sono".
Il servizio, dunque, non è un'umiliazione, ma manifestazione di regalità, non la semplice rinuncia a dei privilegi, ma l'accoglienza di un amore gratuito, donato, perché ricevuto, perseverante, perché certo della vittoria finale.
Gesù non fa nulla di diverso, quando lava i piedi ai suoi discepoli, da quello che farà poco più tardi, lasciandosi squarciare il fianco, per donare anche l'ultima goccia di sangue ed acqua, perché possa germogliare l'albero fecondo della Chiesa. Non per nulla san Paolo quando parla del suo sacrificio di offerta, dice che assunse la condizione dello schiavo, schiavo d'amore, pur di conquistare qualcuno al Vangelo. Lavare i piedi ai suoi apostoli, in altro modo, significa ancora una volta mostrare il paradosso di un Dio che depone la sua onnipotenza, perché proprio in questa resa, si realizzi la sua più grande signoria, sulla morte, che si è illusa di dominarlo. In questo gesto del Maestro si evidenzia anche la fiducia assurda, insensata, come spesso la storia ha dimostrato, in quei poveri uomini, in ciascuno di noi, debole e capace di rinnegare il suo Signore appena si sente minacciato. Eppure noi possiamo credere in noi stessi, sperare oltre ogni speranza, amare senza riserve, proprio perché Lui per primo ci ha amati, ha confidato di poterci lasciare questo testamento di grazia, spera che anche noi possiamo resistere fino alla fine. Per noi significa credere che la storia non è un guazzabuglio di interessi casuali, ma un disegno d'amore, un luogo dove altri possono scoprire che la logica del dono gratuito non è un gesto eroico, ma l'unico dignitoso modo per essere veramente uomini e donne fino in fondo.
In questo non siamo soli, perché ad inserirci nella dinamica divina è lo spirito santo, che rende possibile che ci laviamo i piedi gli uni gli altri.
Questo gesto diventa reale, per mezzo dello stesso Spirito, non solo negli eventi straordinari, ma ogni mattina, quando, affidiamo i nostri figli al Padre, perché il giorno che viene sia pieno per loro della sua grazia, e poi ci battiamo, in ogni campo, economico, politico, famigliare, ecclesiale, perché la Grazia non sia vana.
D.G.B.

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