- Invitatorio: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2011/11_05_14/01_invitatorio.mp3
- Ufficio delle letture: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2011/11_05_14/02_ufficioletture.mp3
- Lodi: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2011/11_05_14/03_lodi.mp3
- Ora media: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2011/11_05_14/04_oramedia.mp3
- Vespri: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2011/11_05_14/05_vespri.mp3
- Compieta: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2011/11_05_14/06_compieta.mp3
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Un'idea sul Vangelo del giorno
14 maggio 2011 (San Mattia, Apostolo)
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15, 9-17)
(le letture evangeliche sono tratte dal sito http://www.lachiesa.it/liturgia)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Commento
Un paradosso ci è offerto da parte di Gesù quest'oggi nel Vangelo, perché ci comanda l'amore. Noi siamo abituati a considerare l'amore come un gesto di libertà assoluta, quindi una contraddizione in termini poterlo comandare. Ma questo la dice lunga sulla trasformazione di amore in sentimentalismo o emozione che ha caratterizzato la nostra società, mentre per Gesù e i suoi contemporanei si trattava di una questione di impegno e di onore, più che di trasporto del cuore. anche l'amicizia può allora sopportare i comandi soprattutto di un amico che è disposto a dare la sua vita per me.