Un'idea sul Vangelo del giorno
20 ottobre 2008
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12, 13-21)
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: “Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità”. Ma egli rispose: “O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?”. E disse loro: “Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni”.
Disse poi una parabola: “La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio”.
Commento
Gesù è il nuovo Mosè, ma mentre questi fallisce nel suo intento di farsi giudice fra gli Israeliti, fuggendo dopo aver ucciso un egiziano che maltrattava un ebreo, rifiuta questo compito, non perché non sia giudice, anzi, egli stesso parla del giudizio che verrà e anche dei criteri di questo giudizio. Egli infatti ha un altro popolo da condurre al Padre, ma per farlo ha bisogno che alzino la testa, che sappiano andare oltre le piccole beghe di eredità o di possesso, per abbracciare ciò che viene dallo Spirito Santo. Egli infatti annuncia in un altro passo alla Samaritana che sta cercando come il Padre suo, adoratori in Spirito e Verità.
Chi accumula tesori in terra non è necessariamente un disonesto, ma corre il serio pericolo di lasciarsi passare la vita accanto, di non riuscire a coglierne la profondità, solo perché ha inseguito un sogno, un miraggio che potrebbe frantumarsi in un solo istante.
Le famiglie lo sanno bene, quando per esempio mariti lavorano anche dodici ore al giorno, per anni, magari per garantire una bella casa, un tenore di vita, per poi trovarsi con un pugno di mosche in mano, quando la moglie, esasperata, o forse solo annoiata, cerca altrove la propria realizzazione, qualcuno che la sappia accogliere, prima della casa, prima del conto in banca.