Un'idea sul Vangelo del giorno
31 ottobre 2008
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14, 1-6)
Un sabato Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Davanti a lui stava un idropico.
Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: “È lecito o no curare di sabato?”. Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo
congedò.
Poi disse: “Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?”. E non potevano rispondere nulla a queste parole.
Commento
ancora una volta il vangelo pone Gesù in conflitto con i Farisei sul problema dell'osservanza formale del sabato, come giorno del Signore, in cui non è possibile lavorare, quindi neppure fare qualcosa per qualcuno anche se allevierà le sue sofferenze in modo definitivo. Il Maestro, per sottolineare l'assurdità di una interpretazione letterale di questa norma, nota che un simile trattamento non è riservato neppure agli animali, soprattutto quando sono utili, come il bue e l'asino.
Si tratta di un brano analogo a quello della donna curva, di qualche giorno fa, ma questa volta si parla di un idropico, cioè di una persona con il ventre gonfio per un edema. La testimonianza di Luca, medico, con la precisione della diagnosi ha un duplice scopo: da una parte riportare in maniera per così dire clinica gli eventi, dall'altra suggerire un significato simbolico. Se la donna curva è obbligata a guardare a terra, cioè la sua salvezza rimanda alla possibilità di rivolgere nuovamente lo sguardo al cielo, alle "cose di lassù", l'idropico non può che seguire i capricci del proprio ventre, che dolorosamente lo incatena ai bisogni di cui il ventre è simbolo. Parodia di una gravidanza impossibile, al ventre gonfio di acqua stagnante, Gesù contrappone la misericordia, un termine che in ebraico a una stretta connessione con le viscere materne, per rigenerare nel malato una creatura nuova.