Un'idea sul Vangelo del 01 novembre 2008

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Un'idea sul Vangelo del 01 novembre 2008

Messaggioda Dante Balbo » ven ott 31, 2008 12:07 pm

Un'idea sul Vangelo del giorno

01 novembre 2008


Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 1-12a)

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».


Commento

È molto difficile commentare questo testo, la "magna carta", "il discorso", per certi aspetti il centro stesso dell'insegnamento di Gesù, giustamente scelto per celebrare la solennità di tutti i santi, che a questa carta si sono attenuti come ad una costituzione personale e della Nazione Santa che è la Chiesa.
Forse solo una nota mi permetto, riguardo al fatto che queste affermazioni di Gesù non sono genereiche, ma legate alla costituzione di un nuovo popolo. Gesù sale sulla montagna, ma non come Mosè, ma come Dio stesso, si siede, segno di regalità e ammaestra anzitutto quelli che si avvicinano a lui, che hanno il coraggio di salire sul monte. Ci sono le folle, ma è ai discepoli che il Maestro parla e tutto il suo discorso, che prosegue anche oltre i versetti scelti per la lettura evangelica di oggi, è imperniato sul rapporto con Gesù stesso.
Ogni beatitudine si può rileggere dunque come specifica relazione a Gesù, assorbimento, interiorizzazione, imbevimento della sua stessa identità.
Mentre le beatitudini riportate da san Luca sono nella scia dei testi sapienziali dell'Antico Testamento, contrapponendo gli empi e i giusti, la versione di Matteo è più strettamente connessa alla trasformazione del singolo e della comunità, Gesù parla al plurale, che si lascia ammaestrare da Gesù, primo di molti fratelli.
D.G.B.

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