Un'idea sul Vangelo del giorno
03 novembre 2008
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14, 12-14)
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti”.
Commento
Gesù in questo brano non pone al Fariseo un problema morale, né è contrario alla convivialità o alla possibilità che le persone si incontrino piacevolmente. Sta invece indicando una logica, quella stessa di Dio, che ha amato per primo, sapendo che non avrebbe potuto avere da noi il contracambio. Il calcolo degli inviti interessati, di fatto racchiude l'esperienza umana dentro la ristrettezza di una ricompensa temporanea, magari ottenuta, ma che non soddisfa il bisogno dell'uomo. Gesù indica nella opzione preferenziale per gli ultimi, i poveri, un modo ragionevole per non inserirsi in un contesto infinito di scambi e controscambi, valutazioni e controvalutazioni che impoverisce le relazioni, impedendo di sbocciare come dono gli uni per gli altri.
D'altra parte non si tratta di un insegnamento teorico, Gesù è il primo ad applicarlo, pagandolo sulla sua pelle.