Un'idea sul Vangelo del giorno
04 novembre 2008
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,15-24)
In quel tempo, uno dei commensali disse a Gesù: “Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!”.
Gesù rispose: “Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi.
Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato.
Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato.
Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della
città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi.
Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto.
Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli
uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena”.
Commento
colpisce un dettaglio, che ricorre nelle parabole legate all'insistenza nella preghiera narrate da Gesù, l'irritazione di chi concede. anche in questo caso il padrone reagisce irritato, quasi che ottenere il suo regno o il suo invito sia una questione di una certa violenza alla storia.
questo è particolarmente vero se si considera l'alleanza di Dio con il suo popolo Israele, corteggiato dal Signore e infedele quasi per principio.
Ma questo è ancora vero perché il nuovo Israele siamo noi, chiamati al banchetto e capaci di trovare mille scuse per non andarci.
Per gli storpi, i ciechi, gli zoppi, i poveri in generale, è più facile accettare l'invito del Signore, perché non hanno nulla da perdere. anche l'appartenenza ad una chiesa, ad un popolo eletto, paradossalmente può essere un ostacolo alla salvezza.