Un'idea sul Vangelo del giorno
18 novembre 2008
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,1-10)
In quel tempo, Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”.
In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
Vedendo ciò, tutti mormoravano: “È andato ad alloggiare da un peccatore!”.
Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io dò la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.
Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.
Commento
Un brano di Vangelo quasi umoristico, se non vi fosse in gioco una così aperta frattura con i credenti ortodossi da parte di Gesù. Arrampicarsi su un sicomoro non è così evidente ed effettivamente difficile da immaginare per chiunque avesse un po' di dignità, in Israele, almeno, ma per un rinnegato, un mafioso che aveva un patto con gli odiati romani, per pagare le tasse e poi riscuoterle a sua volta, con i "dovuti" interessi, poteva di fatto essere poco importante, di fronte al capriccio di vedere una celebrità tale.
Poi lo stupore, la meraviglia, perché Gesù non solo lo ha visto, gli si è rivolto, lo chiama per nome, si autoinvita a casa sua! Quello che forse era cominciato come una curiosità, diventa il giorno della Salvezza, il tempo del cambiamento assoluto, per il quale Gesù ha scelto di sfidare l'autorità e la legge, pur di incontrare una persona e svelargli l'amore di Dio. Ma Zaccheo non siamo forse tutti noi?