Un'idea sul Vangelo del 22 novembre 2008

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Dante Balbo
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Un'idea sul Vangelo del 22 novembre 2008

Messaggioda Dante Balbo » ven nov 21, 2008 7:48 am

Un'idea sul Vangelo del giorno
22 novembre 2008

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 20,27-40)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: “Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie”.
Gesù rispose: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.
Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”.
Dissero allora alcuni scribi: “Maestro, hai parlato bene”. E non osavano più fargli alcuna domanda.


Commento

Sembra una discussione cavillosa quella del Vangelo di oggi, con questioni più di eredità che di sostanza, legate alla continuità di una famiglia, ma Gesù ne approfitta per annunciare il messaggio della resurezione dai morti, dichiarando anche che il regime delle unioni sponsali è legato al tempo presente, alla vita sulla terra. Questo non implica, come si potrebbe pensare, che i cristiani non si sposano più, perché tanto nella vita eterna saranno tutti figli di Dio allo stesso modo, ma che il matrimonio è pur sempre segno di una unione più completa e vasta, in cui Dio sia il protagonista di una comunità in cui le particolarità si integrano in un'esperienza di comunione di tutti con tutti. Inoltre Gesù approfitta per sottolineare che Dio è il Dio dei viventi, cioè che la salvezza, se pure parte da un punto preciso della storia, la abbraccia totalmente, dal suo inizio, alla fine.
D.G.B.

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