Un'idea sul Vangelo del giorno
26 novembre 2008
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,12-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza.
Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del
mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà.
Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”.
Commento
Bara forse Gesù, quando dice che nemmeno un capello del capo di coloro che lo testimoniano fino al sangue perirà, visto che il prezzo pagato è la morte in tutti i tempi, dalle persecuzioni dell'Impero Romano, fino all'odio indù e islamico dei nostri tempi? No, si riferisce alla fede irrevocabile nella Provvidenza Divina, della quale aveva detto altrove che persino i capelli del nostro capo sono contati, per significare l'importanza che abbiamo nel cuore del Padre. Ma la logica è un'altra, c'è un regno di Dio, in cui la testimonianza non è un fatto di sapienza umana, di capacità di dimostrazione logica, ma la irreprensibile fede in quell'evento, quell'incontro che ha cambiato radicalmente la nostra vita, tanto da farci ritenere la morte stessa come un guadagno, se ci fa rimanere fedeli a questo rivoluzionario appuntamento che ha trasformato la nostra dignità per sempre.
Il passo evangelico di oggi, inoltre, ci insegna che questa fedeltà si paga, più o meno, ma sempre, con l'odio, la persecuzione, persino la dolorosa separazione dagli affetti più cari, perché agli occhi del mondo è una pazzia, una insensatezza, una dichiarazione di libertà così autentica che irrita chi si crede libero e invece è "Cattivo", cioè letteralmente, "prigioniero".