Un'idea sul Vangelo del giorno
01 dicembre 2008
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8, 5-11 )
In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: “Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente”. Gesù gli rispose: “Io verrò e lo curerò”. Ma il centurione riprese: “Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va’, ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa”.
All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: “In verità vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli”.
Commento
Logica e fede in Gesù coincidono, perciò al centurione fu riconosciuta una fede più grande, perché aveva fatto un ragionamento perfettamente logico. Se Gesù era chi diceva di essere, cioè se gli si dava fiducia, cosa che il centurione fece, logico era che avesse autorità su tutto, per cui non era necessaria la sua presenza fisica per esercitare il proprio potere.
Tanto è logico, quanto è sorprendente, così che una fede basata su regole senza sostanza rischia di diventare vana e altri possono invece ereditare la sapienza del centurione, scavalcando i predestinati ad essere salvati. Gesù in quel momento ce l'aveva con i suoi contemporanei, quelli ai quali era stato rivolto il suo messaggio, ma Gesù, dalla sua resurrezione è pure contemporaneo nostro, attraverso la Chiesa e allora lo stesso rischio lo corriamo noi!