Un'idea sul vangelo del giorno
04 dicembre 2008
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7, 21.24-27 )
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia,
strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande”.
Commento
la devozione non ha niente a che fare con la fede, o meglio, chi è credente può essere anche devoto, cioè profondamente legato al suo Signore, tanto da esprimergli anche nella preghiera e con i gesti di affetto questo legame. Non è invece vero il contrario, se non è supportato da una reale attenzione alla parola di Dio come orientamento, fondamento, struttura della propria vita. L'ascolto e la traduzione nella propria realtà della presenza viva di Gesù attraverso la sua parola, mediata e illustrata dalla chiesa, che ne è la depositaria, è il modo per assicurarsi l'ingresso nel Regno, ma anche la stabilità nella propria vita, contro le tempeste e i venti della vita. La parola di Dio è solida come la roccia, mentre il pensiero del mondo è sabbia, illusione di certezza, che si frantuma, scorre via come la rena, tra le mani e lascia amarezza e morte.