Un'idea sul Vangelo del 11 dicembre 2008

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Un'idea sul Vangelo del 11 dicembre 2008

Messaggioda Dante Balbo » mer dic 10, 2008 11:47 pm

Un'idea sul vangelo del giorno
11 dicembre 2008

Dal Vangelo secondo Matteo ( Mt 11, 11-15 )
In quel tempo Gesù disse alla folla: “In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono.
La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda”.


Commento

Gesù viene immediatamente confrontato con quel profeta che vagava nel deserto e sulle rive del Giordano, predicando un tempo di conversione. A lui si contestava una eccessiva radicalità, ma Gesù rincara la dose, spiegando che Giovanni è il nuovo Elia, o meglio, Elia ritornato, perché nella tradizione ebraica il primo profeta non era morto ma era stato trasportato in cielo su di un carro di fuoco. Ma Elia era tutt'altro che un gentile raffinato uomo di potere, vestiva di peli di cammello e rischiò spesso la vita in confronti serrati con profeti di idoli e regine poco inclini ad ascoltarlo.
Gesù non solo dice che Giovanni è l'Elia che deve precedere il Messia, ma sottolinea come il Regno di Dio è per i radicali, non nel senso politico e moderno del termine, ma di coloro che non hanno mezze misure, come Giovanni il Battista. Quando sottolinea che il più piccolo nel Regno dei Cieli è più grande di Giovanni, non intende affatto sminuire il suo famoso cugino, ma mettere in evidenza che il Regno di Dio non è paragonabile all'avventura sulla terra, per quanto grande sia.
È significativo che nella lingua vi sia un solo termine per dire la "passione", tempo e spazio del sommo suplizio, ma anche espressione dell'ardore aspro e torrenziale. Gesù per primo vivrà questa duplicità, ma chi lo segue ha lo stesso destino, per questo la radicalità i tradurrà in parole assai difficili, come "Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua"..
D.G.B.

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