Un'idea sul vangelo del giorno
08 gennaio 2009
Dal Vangelo secondo Marco (mc 6, 34-44 )
In quel tempo, Gesù vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: “Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; congedali perciò, in modo che, andando
per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare”. Ma egli rispose: “Voi stessi date loro da mangiare”. Gli dissero: “Dobbiamo andar noi a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?”. Ma egli replicò loro: “Quanti pani avete? Andate a vedere”. E accertatisi, riferirono: “Cinque pani e due pesci”. Allora ordinò loro di farli mettere tutti a sedere, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero tutti a gruppi e gruppetti di cento e di cinquanta. Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli perché li distribuissero; e divise i due pesci fra tutti.
Tutti mangiarono e si sfamarono, e portarono via dodici ceste piene di pezzi di pane e anche dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Commento
qualche teologo raziohnalista, o fautore del cosiddetto metodo storico-critico, ha affermato che questo è un bel esempio di condivisione, in cui la disponibilità dei discepoli a mettere a disposizione il poco che avevano ha contagiato tutti a fare lo stesso, così che tutti hanno mangiato e ne è anche avanzato. Non sarebbe male neanche questa interpretazione, se fosse vera, perché metterebbe in luce che le risorse sono sempre di più di quelle che immaginiamo, così come hanno fatto i discepoli che hanno notato quello che non avevano e non quello che era effettivamente disponibile. Ma la realtà è ancora più sorprendente, perché Gesù ha effettivamente manifestato la sovrabbondanza di Dio, che in un certo modo rimanda allo stesso concetto, ma con una firma ancora più autorevole. Inoltre Gesù afronta il problema pratico del cibo, solo perché di fatto si è commosso per la folla, non perché non aveva niente da mangiare, ma perché erano come pecore senza pastore, cioè per la mancanza di un pensiero che le guidasse, tanto è vero che la necessità di procurarsi del cibo è sorta perché il Maestro si è dilungato ad insegnare loro "molte cose".