Un'idea sul Vangelo del 16 gennaio 2009

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Un'idea sul Vangelo del 16 gennaio 2009

Messaggioda Dante Balbo » gio gen 15, 2009 10:20 am

Un'idea sul Vangelo del giorno
16 gennaio 2009

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 2, 1-12 )
Dopo alcuni giorni Gesù entrò di nuovo a Cafarnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.
Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portaglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”.
Erano là seduti alcuni scribi che pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”.
Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”.
Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.[/i]

Commento

Gesù non fa sconti. Al paralitico, che noi avremmo consolato e compatito, dice senza mezzi termini che gli sono rimessi i suoi peccati. sorprendentemente gli scribi presenti ne fanno una questione legale, o teologica, considerando la paralisi una giusta punizione per i suoi peccati o per quelli dei suoi avi. Per questo Gesù, anche se in altri casi non accetta assolutamente questa logica di equivalenza fra malattia e peccato, tanto meno se riguarda non il soggetto ma i suoi parenti, si adegua e guarisce il paralitico dimostrando che se è possibile liberarlo dalla punizione automaticamente lo si libera anche dalla colpa.
Il fatto che un handicappato possa essere un peccatore, se pure può scandalizzare, è una grandissima affermazione della dignità umana e della responsabilità della persona, che non può essere definita dai suoi limiti, fisici o psichici che siano.
D.G.B.

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