Un'idea sul Vangelo del giorno
30 gennaio 2009
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4, 26-34 )
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura”.
Diceva: “A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”.
Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
Commento
Continua oggi l'insegnamento di Gesù, riprendendo un paio di paragoni agricoli, relativi ai semi.
emergono due insegnamenti fondamentali, uno legato all'illusione del controllo, l'altro alla riduzione degli effetti. Il Regno di Dio, infatti, non è legato alla nostra capacità di progettazione pastorale, ma ha una sua vita interna, misteriosa, che indipendentemente dalle nostre conoscenze scientifiche, sfugge nella sua essenza. Inoltre il Regno di Dio è indipendente dalla sua origine, perché se pure sembra una cosa da nulla, lo stesso Gesù ha predicato per soli tre anni in un angolo sperduto della palestina, ma vent'anni dopo c'era già una comunità a Roma, la capitale dell'impero, è molto più grande di quanto si pensi e sarà rifugio per molti.