Un'idea sul Vangelo del 04 febbraio 2009
Inviato: gio feb 05, 2009 10:25 am
Un'idea sul Vangelo del giorno
04 febbraio 2009
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6, 1-6)
In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono.
Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: “Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?”. E si scandalizzavano di lui.
Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi, insegnando.
Commento
L'ultima frase di questo Vangelo è anche il motto della lettera pastorale del nostro Vescovo Piergiacomo, centrata anche sulle sue visite pastorali. In questo brano i suoi concittadini, gli abitanti di Nazareth, non lo riconoscono, ma anzicché accogliere la meraviglia che accade davanti ai loro occhi, tentano di riportare Gesù nelle loro categorie, tra l'altro sottolineando che è figlio di maria, cioè lasciando trapelare che si sapeva che maria era rimasta incinta prima di andare a vivere con Giuseppe, mentre la paternità era importante in israele. È più facile pensare in termini di categorie note, piuttosto che lasciarsi stupire dalla realtà nuova che incontriamo, ma questo purtroppo è un tratto caratteristico di ogni patologia, sociale o psicologica che sia. In questo contesto anche Gesù ha le mani legate, perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
04 febbraio 2009
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6, 1-6)
In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono.
Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: “Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?”. E si scandalizzavano di lui.
Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi, insegnando.
Commento
L'ultima frase di questo Vangelo è anche il motto della lettera pastorale del nostro Vescovo Piergiacomo, centrata anche sulle sue visite pastorali. In questo brano i suoi concittadini, gli abitanti di Nazareth, non lo riconoscono, ma anzicché accogliere la meraviglia che accade davanti ai loro occhi, tentano di riportare Gesù nelle loro categorie, tra l'altro sottolineando che è figlio di maria, cioè lasciando trapelare che si sapeva che maria era rimasta incinta prima di andare a vivere con Giuseppe, mentre la paternità era importante in israele. È più facile pensare in termini di categorie note, piuttosto che lasciarsi stupire dalla realtà nuova che incontriamo, ma questo purtroppo è un tratto caratteristico di ogni patologia, sociale o psicologica che sia. In questo contesto anche Gesù ha le mani legate, perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.