Un'idea sul Vangelo del giorno
12 febbraio 2009
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7, 24-30)
In quel tempo, Gesù, partito da Genesaret, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.
Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia. Ed egli le disse: “Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. Ma essa replicò: “Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli”. Allora le disse: “Per questa tua parola va’, il demonio è uscito da tua figlia”.
Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Commento
Gesù sembra duro e intransigente, persino rozzamente nazionalista, come se la salvezza che lui portava fosse una questione ebraica, ma in realtà vuole mostrare due verità presenti nella Scrittura: spesso sono gli stranieri a riconoscere la misericordia e la potenza del Signoe; chi si umilia sarà innalzato.
La donna non perde la sua dignità, umiliandosi, perché semplicemente non le interessa far parte di un popolo che la esclude, ma non riesce ad ammettere che Gesù sia il salvatore solo degli israeliti, anzi, lo giudica tanto potente, che bastano le briciole della sua misericordia a saziare i popoli non eletti. E' lo stesso principio che ha guidato la donna emorroissa che abbiamo incontrato qualche giorno fa.