Un'idea sul Vangelo del giorno
13 febbraio 2009
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7, 31-37)
In quel tempo, di ritorno dalla regione di Tiro, Gesù passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli. E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: “Effatà” cioè: “Apriti!”.
E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!”
Commento
Si tratta in questo brano di una delle poche occasioni in cui abbiamo una parola effettivamente usata da Gesù, riportata in originale, come Talitacum, che significa alzati. qui Gesù dice "Apriti" (Effata), aiutando un sordomuto, ma di fatto alludendo all'accoglienza della Parola di Dio, tanto è vero che i testimoni di questo fatto, ignorando la sua ingiunzione al silenzio, citano proprio la Parola del profeta Isaia per confermare la messianicità di Gesù. L'incontro con la sua parola ci apre all'ascolto e conseguentemente ci rende capaci di testimoniarlo, sciogliendo la nostra lingua. Tutto questo accade nella decapoli, cioè ai margini di Israele vero e proprio, forse per questo si accentua la prudenza di Gesù nel farsi riconoscere come il Messia, anche se il suo dettato di segreto è regolarmente ignorato.