Un'iddea sul Vangelo del 17 febbraio 2009

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Un'iddea sul Vangelo del 17 febbraio 2009

Messaggioda Dante Balbo » mer feb 18, 2009 5:43 pm

Un'idea sul vangelo del giorno
17 febbraio 2009

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 8,22-26 )

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsaida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo.
Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: “Vedi qualcosa?”.
Quegli, alzando gli occhi, disse: “Vedo gli uomini; infatti vedo come degli alberi che camminano”.
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. E lo rimandò a casa dicendo: “Non entrare nemmeno nel villaggio”.


Commento

Una guarigione come tante, eppure su questa l'evangelista si sofferma e indugia sui dettagli. Gesù con questo cieco si comporta in modo apparentemente strano, tenuto conto che non ha certo bisogno di gesti particolari per manifestare la sua potenza. altre volte, infatti, ha addirittura guarito a distanza, si pensi al servo del centurione o alla figlia della Cananea. I gesti di Gesù sono premurosi, attenti, quasi ad indicare ai suoi discepoli un modo di condurre un cammino di accompagnamento. Un cieco, segno della ciecità umana nei confronti della salvezza, gli viene portato perché lo tocchi, lo guarisca come ha fatto con tanti altri, ma lui lo prende per mano in una intimità che ha riservato a pochi, un bambino e una bambina in particolare, che ha preso per mano quando erano stati ghermiti dalla morte, oppure la suocera di Pietro quando era presa dalla febbre. Poi lo porta in disparte, come dio farà con il suo popolo quando lo ricondurrà nel deserto per rinnovare la sua alleanza con lui. Gli pone la sua saliva sugli occhi, impastata con il fango, quasi a dire che ogni ritorno della vista spirituale è nuova creazione, lo segue nei suoi primi passi incerti, impone di nuovo le mani su di lui, ad indicare che non basta un annuncio della salvezza, bisogna riconoscere l'opera di Dio in noi, farla crescere al tocco della sua mano risanante. Poi infine, gli suggerisce di non entrare neppure nel villaggio, perché l'esperienza di incontro con Dio non sia subito dissipata in un tumulto emozionale che ne cancelli la profondità.
D.G.B.

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