Un'idea sul Vangelo del 10 marzo 2009

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Un'idea sul Vangelo del 10 marzo 2009

Messaggioda Dante Balbo » lun mar 09, 2009 5:57 pm

Un'idea sul vangelo del giorno
10 marzo 2009
[b]Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23, 1-12 )


In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare ‘‘rabbì’’ dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare ‘‘rabbì’’, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno ‘‘padre’’ sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare ‘‘maestri’’, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato”.


Commento

potremmo tirarcene fuori, tanto questo è un problema fra Gesù e i Farisei, al massimo fra Lui e chiunque abbia una responsabilità anche oggi nella Chiesa, ma il Maestro, dopo aver sottolineato come sempre i potenti corrano il rischio di un pessimo esempio, ripropone il problema per noi tutti, perché è a tutti che rivolge la sua raccomandazione di non ergersi a padri o maestri. Non è un problema di definizione, perché san Paolo stesso non ha nessuno scrupolo a chiamarsi padre delle sue comunità, specie se le ha generate nello spirito Santo, ma una questione di umiltà, che non c'entra con il denigrarsi o considerarsi cattivi, o incapaci, ma ha la sua radice nell'hUmus, cioè nella capacità di essere attaccati alla terra, fecondi per essa. umile è allora chi ha la consapevolezza del suo posto, non può essere maestro, perché sta imparando faticosamente la sua strada, né Padre, se in questo modo vuole sostituirsi al Padre da cui ogni paternità proviene, perché come ebbe a dire un buon maestro, essere uomini è essere figli.
D.G.B.

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