Un'idea sul Vangelo del 26 marzo 2009

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Un'idea sul Vangelo del 26 marzo 2009

Messaggioda Dante Balbo » gio mar 26, 2009 3:02 pm

Un'idea sul vangelo del giorno
26 marzo 2009

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 5, 33-47 )
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: “Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c’è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace.
Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma io vi conosco e so che non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?
Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c’è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?”.


Commento

Per l'evangelista Giovanni la venuta di Gesù e il suo riconoscimento è un fatto giuridico, cioè definisce una nuova norma, perciò ha bisogno di una struttura giuridica. per questo insiste molto sulle testimonianze e sui testimoni. I suoi interlocutori sono convinti di avere la verità in dipendenza dalla osservanza dei precetti, mentre Gesù chiama a testimonianza proprio Mosè che ad Israele ha dato le leggi, perché interpreta la Legge e i Profeti, cioè la scrittura, come profetica, cioè riferita al Messia. ma più ancora della Legge, che di per sé sola diventa strumento di condanna per coloro che non vi leggono una anticipazione delle opere del Messia, Gesù introduce il concetto di eredità paterna. Il suo rapporto con il Padre è la carta decisiva, la sua consapevolezza di essere amato ed erede legittimo, inaccettabile per chi concepisce Dio come un legislatore e non come Padre. Permettete una digressione psichiatrica, ma la legislazione senza paternità è norma ossessiva e imprigionante, come ben ha compreso San Paolo nelle lettere ai Galati e ai Romani.
D.G.B.

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