Un'idea sul Vangelo del 30 marzo 2009
Inviato: lun mar 30, 2009 9:48 am
Un'idea sul vangelo del giorno
30 marzo 2009
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8, 1-11)
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”.
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.
Commento
I farisei avevano l'abitudine di mettere alla prova Gesù con quesiti che avrebbero dovuto incastrarlo qualsiasi risposta avesse dato. È questo il caso, perché se avesse detto di lapidare l'adultera avrebbe osservato la disposizione legale, ma sarebbe stato giudicato crudele, perché questa disposizione non veniva più applicata da molto tempo. Se avesse rifiutato di lapidarla, avrebbe contravvenuto alla Legge, oltretutto nel tempio, il luogo santo per eccellenza. Gesù non solo sfugge alla trappola, mette i suoi avversari in scacco, riportando la questione del giudizio all'ambito della responsabilità personale, senza tuttavia sconfessare la norma. In altre parole è misericordioso con il peccatore, ma non per questo giustifica il peccato.
30 marzo 2009
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8, 1-11)
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”.
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.
Commento
I farisei avevano l'abitudine di mettere alla prova Gesù con quesiti che avrebbero dovuto incastrarlo qualsiasi risposta avesse dato. È questo il caso, perché se avesse detto di lapidare l'adultera avrebbe osservato la disposizione legale, ma sarebbe stato giudicato crudele, perché questa disposizione non veniva più applicata da molto tempo. Se avesse rifiutato di lapidarla, avrebbe contravvenuto alla Legge, oltretutto nel tempio, il luogo santo per eccellenza. Gesù non solo sfugge alla trappola, mette i suoi avversari in scacco, riportando la questione del giudizio all'ambito della responsabilità personale, senza tuttavia sconfessare la norma. In altre parole è misericordioso con il peccatore, ma non per questo giustifica il peccato.