Un'idea sul Vangelo del giorno
28 aprile 2009
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 30-35)
In quel tempo, la folla disse a Gesù: “Quale segno tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo”.
Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”.
Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete”.
Commento
Sono gli stessi interlocutori che forniscono a Gesù la ragione per parlare di sé come Pane dal Cielo, in riferimento alla manna. Gesù però non si limita a prendere la manna come pretesto, ma riporta il discorso al deserto, quando Israele aveva bisogno di tutto, pane, ma anche acqua, riprendendo il tema già ampiamente trattato nel capitolo quarto con l'incontro con la samaritana.
Venire a Gesù significa trovare cibo per la propria fede, ma credere in lui è ancora meglio, perché ci inserisce nel circuito dello Spirito Santo, acqua viva che sgorga dal cuore dei credenti, come fonte che non si esaurisce.