Un'idea sul vangelo del 30 aprile 2009

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Un'idea sul vangelo del 30 aprile 2009

Messaggioda Dante Balbo » mer apr 29, 2009 9:24 am

Un'idea sul vangelo del giorno
30 aprile 2009

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 44ss )
In quel tempo, Gesù disse alle folle: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: ‘‘E tutti saranno ammaestrati da Dio’’. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.


Commento

siamo nel cuore del discorso eucaristico, nel quale Gesù porta i suoi ascoltatori verso una china pericolosissima, perché fin quando parla di pane vivo disceso dal cielo, in modo simbolico va bene; finché fa riferimento al fatto che egli è superiore ai padri nel deserto, può anche passare; persino quando afferma di conoscere il Padre più di tutti, non è poi così impossibile, anche se bisogna superare una serie di pregiudizi molto radicati. Ma quando dice che lui è il pane perché ci dà la sua carne da mangiare, saremmo ipocriti se dicessimo che non è scandaloso e strano, anche noi, che con i giudei non c'entriamo se non per eredità culturale.Gesù afferma senza mezzi termini che per partecipare alla sua comunione, alla sua Chiesa, dobbiamo letteralmente nutrirci di Lui, mangiare la sua carne e bere il suo sangue. O siamo mistici e interpretiamo questa faccenda come altamente simbolica, oppure non possiamo non sentire un moto di ribellione, perché Gesù contrasta uno dei tabù più profondamente radicati nella cultura umana, che pochi superano, riguardo al cannibalismo. eppure il dono di sé di Gesù è totale, fino al punto di farsi cibo, bevanda di salvezza, nutrimento per la santità. Non stupisce che molti a questo punto lo abbiano abbandonato, o perché inorriditi, o perché lo avevano classificato fra i pazienti psichiatrici, anche se la psichiatria non esisteva ancora. Ma come andrà avanti è un'altra storia e ne parleremo in seguito.
D.G.B.

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