- Invitatorio: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_03/01_invitatorio.mp3
- Ufficio delle letture: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_03/02_ufficioletture.mp3
- Lodi: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_03/03_lodi.mp3
- Ora media: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_03/04_oramedia.mp3
- Vespri: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_03/05_vespri.mp3
- Compieta: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_03/06_compieta.mp3
Un'idea sul Vangelo del giorno
03 giugno 2009 (memoria di san Carlo Luwanga e compagni, martiri)
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12, 18-27 )
In quel tempo, vennero a Gesù dei sadducei, i quali dicono che non c’è risurrezione, e lo interrogarono dicendo: “Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che se muore il fratello di uno e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza lasciare discendenza; allora la prese il secondo, ma morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna. Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in sette l’hanno avuta come moglie”.
Rispose loro Gesù: “Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio? Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe? Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore”.[/i]
Commento
Non deve stupire una discussione come questa fra Gesù e i sadducei, una corrente religiosa contemporanea che sosteneva che non vi fosse vita oltre la morte, utilizzando un esempio apparentemente ridicolo per noi che abbiamo acquisito da 2000 anni la cultura per cui la morte pone fine alla logica delle relazioni umane, soprattutto per quanto riguarda i diritti connessi al matrimonio. questa questione giuridica è l'occasione per Gesù per ribadire ancora una volta che la logica religiosa è un'altra, che Dio è superiore alle nostre possibilità relazionali e che noi siamo inseriti in Lui, quindi capaci di relazioni come gli Angeli del cielo, cioè più ricche e senza i nostri limiti. Questo tra l'altro è il principio per cui il matrimonio è uno stato di vita che con la morte si conclude, nel modo in cui lo abbiamo vissuto fino ad ora.