- Invitatorio: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_08/01_invitatorio.mp3
- Ufficio delle letture: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_08/02_ufficioletture.mp3
- Lodi: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_08/03_lodi.mp3
- Ora media: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_08/04_oramedia.mp3
- Vespri: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_08/05_vespri.mp3
- Compieta: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_06_08/06_compieta.mp3
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Un'idea sul Vangelo del giorno
08 giugno 2009
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 1-12 )
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
“Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”.
Commento
La liturgia di oggi ci propone uno dei documenti più alti di tutta la letteratura di ogni tempo, quindi un commento globale sarebbe indecoroso e improprio, se non sottolineando che al centro dell'attenzione di Gesù sono i discepoli, quelli che ammaestra al momento, ma anche quelli che nella folla che li circonda, rappresentano tutti coloro che verranno alla sua sequela. Poveri in spirito sono allora gli "Anawim", cioè gli ultimi, gli umili, il resto di ogni Israele, quelli che come i cinque giusti di Abramo a Gomorra e Sodoma sono in grado, per la loro fedeltà a Gesù di conservare la salvezza del mondo intero, affamati di pace, incapaci di rassegnarsi all'ingiustizia, perseguitati sempre, afflitti da mille prove, eppure miti, per la certezza della vittoria, non per la rassegnazione della resa, inondanti con le loro lacrime la terra arida dell'indifferenza, sempre abbastanza umili da contemplare il volto di Dio anche nella inaudita tragedia dell'olocausto, misericordiosi, cioè commossi dalla povertà umana, perché non dimenticano di essere stati salvati a caro prezzo, quando ancora erano lontani dalla misericordia, costruttori di pace come madre Teresa, che non ha avuto paura di immergersi nell'oceano della umana disgrazia per soccorrere anche una goccia sola d'acqua e salvarla dalla arsura della solitudine. Tutto questo capita ai discepoli, prima e soprattutto perché discepoli di Gesù che quando parla di loro, sta parlando di se stesso.