- Invitatorio: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_08_08/01_invitatorio.mp3
- Ufficio delle letture: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_08_08/02_ufficioletture.mp3
- Lodi: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_08_08/03_lodi.mp3
- Ora media: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_08_08/04_oramedia.mp3
- Vespri: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_08_08/05_vespri.mp3
- Compieta: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_08_08/06_compieta.mp3
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Un'idea sul Vangelo del giorno
08 agosto 2009 (San Domenico, memoria)
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17, 14-20 )
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo».
E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Commento
Non ho ancora sentito di un santo che abbia spostato una montagna, per fortuna, sarebbe impegnativo per i cartografi ridisegnare la geografia dei luoghi ogni volta che a qualcuno venisse in mente di modificarla anche per sante ragioni, ma se penso alla rivoluzione benedettina, alla conservazione della Chiesa nonostante le volte in cui i suoi membri si sono impegnati ad affondarla, all'immenso contributo di civiltà che rappresenta oggi la dottrina sociale in un mondo che ha perso un po' la bussola, credo che Gesù avesse ragione, al di là del linguaggio iperbolico. Un Gesù quello di oggi, che non ha nulla a che fare con l'immagine un po' efebica con cui lo si rappresenta, confondendo mitezza e debolezza, che rimprovera pesantemente i suoi discepoli, esprimendo tutta la fatica di stare con gente che non ha capito nulla del dono che ha fra le mani.