LITURGIA DELLE ORE mp3 e Vangelo del 11 settembre 2009

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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LITURGIA DELLE ORE mp3 e Vangelo del 11 settembre 2009

Messaggioda Dante Balbo » gio set 10, 2009 6:51 am

LITURGIA DELLE ORE da ascoltare mp3:

versione del giorno completa file .zip http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_09_11/lit_09_09_11.zip


Un'idea sul Vangelo del giorno
11 settembre 2009

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6, 39-42 )
(le letture evangeliche sono tratte dal sito http://www.lachiesa.it/liturgia)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».


Commento
La proporzione smisurata di Gesù tra la pagliuzza e la trave è la stessa del debito di 100 denari rispetto a quello di 10.000 di un'altra parabola. In questo caso però l'oggetto non è il nostro assoluto dipendere da Dio e la nostra incapacità di colmare la misura della sua misericordia, ma la relazione umana e le sue leggi. In particolare il pregiudizio è una trave, con la quale non è possibile cavare nemmeno una pagliuzza dall'occhio del fratello. Il rischio è che nel tentativo di curare la vista del nostro fratello, finiamo per cavargli un occhio, mentre avremmo voluto solo correggere leggermente il suo punto di osservazione. si noti che questo è riferito non alla convivenza umana in generale, anche se vi si applica benissimo, ma alla comunità cristiana, perché si parla del fratello e non del prossimo. Viene allora il dubbio che il pregiudizio cui si riferisce Gesù sia la convinzione di essere nel giusto, non giustificati, ma soddisfatti della propria fede e della propria pratica cristiana. e' questa soddisfazione infatti che Gesù chiama anche questa volta, come in altre occasioni, ipocrisia, cioè ostentazione di una religiosità vuota.
Per inciso e come notazione marginale, sono imbarazzato dalla apertura di questo testo evangelico, o meglio, vorrei spezzare una lancia a favore dei ciechi, forse per solidarietà di categoria, affermando che Gesù evidentemente ragionava con il pensiero del suo tempo, in cui i ciechi non facevano i corsi di mobilità e non imparavano a muoversi anche nel caos di zurigo. fuori di celia, il paragone di Gesù è azzeccato, perché il pregiudizio realmente acceca e chi vuol condurre qualcuno che ritiene cieco,anche se questi lo fosse realmente, se non ha esperienza della propria fragilità, consapevolezza del proprio limite, coscienza del proprio peccato, rischia di portarlo nel fosso delle acque luride, nella melma del senso di colpa che non salva nessuno.
D.G.B.

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