- Invitatorio: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_10_07/01_invitatorio.mp3
- Ufficio delle letture: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_10_07/02_ufficioletture.mp3
- Lodi: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_10_07/03_lodi.mp3
- Ora media: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_10_07/04_oramedia.mp3
- Vespri: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_10_07/05_vespri.mp3
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Un'idea sul Vangelo del giorno
07 ottobre 2009 (Beata Maria Vergine del rosario, memoria )
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11, 1-4 )
(le letture evangeliche sono tratte dal sito http://www.lachiesa.it/liturgia)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».
Commento
In un evangelista che non disdegna i dettagli, ci sembra strana questa preghiera del Padre, che riprende alcuni elementi di quella più estesa, che noi conosciamo come Padre Nostro, nella versione dell’evangelista Matteo. Se collochiamo però nel contesto giusto gli autori, sappiamo che Matteo Scrive agli Ebrei, quindi sottolineare per esempio l’importanza della venuta del Regno di Dio, oppure il problema di fare lavolontà del Padre, sono tipici di un popolo con grandi attese messianiche, mentre Luca scrive alla comunità più ampia, proveniente dal paganesimo, in cui santificare il nome del Padre, cioè dargli il culto giusto e dovuto, in mezzo ad adoratori di altri idoli era essenziale. In tutte e due i testi paralleli, comunque, risalta come imprescindibile il perdono, ricevuto e donato, come elemento cardine della preghiera, che diventa impegno quotidiano, così come quotidianamente il Padre ci nutre con la sua provvidenza.
Per saperne di più su questa straordinaria preghiera, si rimanda alla quarta parte del Catechismo della Chiesa Cattolica, che è dedicata alla preghiera e come guida assume proprio la preghiera che Gesù ci ha insegnato.
In questa nuova traduzione finalmente si adotta il testo giusto, cioè non ci abbandonare alla tentazione, anziché non ci indurre, che rimandava ad un Dio che crudelmente metteva alla prova i suoi discepoli, con un riferimento chiaro alla tentazione più radicale, quella di apostasia, cioè di abbandono della fede, magari in relazione alla persecuzione, come era consueto nella prima epoca cristiana e è tornato ad essere tristemente alla ribalta in questo secolo presente.