- Invitatorio: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_10_14/01_invitatorio.mp3
- Ufficio delle letture: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_10_14/02_ufficioletture.mp3
- Lodi: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_10_14/03_lodi.mp3
- Ora media: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_10_14/04_oramedia.mp3
- Vespri: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_10_14/05_vespri.mp3
- Compieta: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_10_14/06_compieta.mp3
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Un'idea sul Vangelo del giorno
14 ottobre 2009
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11, 42-47 )
(le letture evangeliche sono tratte dal sito http://www.lachiesa.it/liturgia)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
Commento
Gesù continua il suo discorso sull’economia della salvezza, denunciando un’altra ipocrisia, per evitare equivoci. Se infatti ieri ha raccomandato l’elemosina come strumento di espiazione, oggi spiega che la tradizione della decima, cioè quella per cui ogni israelita era tenuto a pagare al tempio la decima parte dei suoi profitti, in segno di riconoscenza a Dio che permetteva questi stessi guadagni e per riconoscere che dio stesso è il padrone di ogni cosa, non preserva dalla condanna, se non è accompagnata da un equivalente in giustizia e carità.
Per definire che si tratta di una pura apparenza, Gesù paragona i suoi avversari a quei sepolcri posti sul ciglio delle strade, che non hanno segni identificativi, per cui appaiono come una parte stessa della strada, ma nascondono al loro interno putrefazione e morte.
Un’altra invettiva è lanciata da Gesù ai dottori della Legge, (oggi si direbbe gli intellettuali), capaci di definire un sacco di regole, soprattutto perché loro non le rispettano. Non possiamo non dare un’occhiata al nostro interno, perché i mali che il Maestro denuncia non sono tipici di una certa classe sociale in un certo tempo, ma questioni che riguardano ognuno di noi che, persino in buona fede, crediamo di essere a posto con Dio e con il prossimo e di conoscere le regole della vita, dimenticando la misericordia o meglio, applicandola a noi, ma faticosamente agli altri.