- Invitatorio: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_03_13/01_invitatorio.mp3
- Ufficio delle letture: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_03_13/02_ufficioletture.mp3
- Lodi: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_03_13/03_lodi.mp3
- Ora media: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_03_13/04_oramedia.mp3
- Vespri: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_03_13/05_vespri.mp3
- Compieta: http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_03_13/06_compieta.mp3
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Un'idea sul Vangelo del giorno
13 marzo 2010
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18, 9-14)
(le letture evangeliche sono tratte dal sito http://www.lachiesa.it/liturgia)
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Commento
Chi ha l'intima convinzione di essere giusto non ha la necessità di essere giustificato, soprattutto quando non coglie che la sovrabbondanza della misericordia di Dio supera ogni possibilità di restituzione equivalente. Riconoscere la propria condizione di peccatore non è solamente legato alla comprensione delle proprie mancanze, perché spesso viviamo una vita onesta, non facciamo nulla di grave danno al prossimo, alcuni di noi addirittura sono fedeli anche agli aspetti formali della devozione, ma alla consapevolezza che l'amore di Dio è sempre più grande, che non potremmo mai restituirgli quello che ci ha dato, prima di tutto la nostra stessa vita. In un certo senso è quasi più facile partire da una condizione di peccato palese, per chi deve fare un cammino di conversione, perché la sua mancanza è evidente e parte da una conoscenza del proprio debito.