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LITURGIA DELLE ORE mp3 e Vangelo del 22.06.10

Inviato: lun giu 21, 2010 4:39 pm
da Dante Balbo
LITURGIA DELLE ORE da ascoltare mp3:

versione del giorno completa file .zip http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_06_22/lit_10_06_22.zip


Un'idea sul Vangelo del giorno
22 giugno 2010

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,6.12-14)
(le letture evangeliche sono tratte dal sito http://www.lachiesa.it/liturgia)


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».



Commento
Potrebbe sembrare un atteggiamento di arroganza, quello di Gesù che parla di cani e porci, due attributi legati alla condizione dei pagani o degli stranieri in israele, ma che qui assume la dimensione di una constatazione oggettiva, che ha a che fare con l'esperienza. la fede e l'adesione alla salvezza offerta da Gesù presuppone un cambiamento di pensiero, una trasformazione, una capacità di accoglienza, per la quale bisogna superare un certo grado di disponibilità. questa esortazione allora diventa un programma per l'evangelizzazione, cioè l'avvertimento che il messaggio cristiano si trasmette laddove si è creato un terreno disponibile. ogni volta che si tenta di comunicare con il linguaggio della fede in un terreno inadatto si ottengono solo insulti e aggressioni, la sensazione di essere discriminati da parte dei destinatari del messaggio. per fare solo un esempio attuale, non è possibile comunicare semplicemente l'esclusione dalla comunione eucaristica a chi da questa comunione è oggettivamente escluso, senza introdurre le stesse persone nella ricchezza e nella misericordia del signore, nella bellezza di un cammino, nell'accoglienza rispettosa di una storia che non spetta certo a noi giudicare. Quando si sentiranno veramente accolte, forse, potranno comprendere anche questa necessaria diversità, perché sapranno che il loro dolore è il nostro, che una comunione non totale è meglio di una separazione, che proprio perché nella sofferenza, sono amati maggiormente dalla comunità.