Messaggioda roby noris » lun nov 24, 2008 11:25 pm
a Lourdes c'ero andato dieci anni fa col vescovo Giuseppe Torti per realizzare un reportage video sul pellegrinaggio diocesano seguendo questo amico vescovo che era stato direttore di Caritas Ticino e che continuava fedelmente l'opera di un altro vescovo amico, Eugenio Corecco. Dieci anni fa all'aeroporto di Lourdes mentre aspettavamo il volo di ritorno abbiamo appreso che la conferenza episcopale aveva preso posizione sostenendo la distribuzione dell'eroina di stato su indicazione della Caritas Svizzera che sosteneva la politica della consigliera federale Dreifuss. Col vescovo Giuseppe eravamo sconcertati perché noi di Caritas Ticino fino all'ultimo speravamo che non succedesse. Chiesi al vescovo cosa potevamo fare ora e lui mi disse di continuare sulla strada che avevamo imbroccato. No alla droga di Stato. Dopo dieci anni eccomi di nuovo a Lourdes con un altro carissimo amico in una situazione completamente diversa ma anche ora si deve votare per continuare con la politica della droga di Stato e sulla liberalizzazione della canapa.
Lourdes è molto diversa con la chiusura stagionale dei pellegrinaggi, ora si riesce ad attraversare la grande distesa davanti alla basilica in pochi minuti mentre dieci anni fa in piena stagione di pellegrinaggi dovevo fare cose incredibili col mio materiale video, all'epoca molto pesante, per fare qualche decina di metri fra una folla immensa. La messa con 25'000 persone nella basilica sotterranea. L'incredibile fiaccolata dove una sorta di onda ipnotica composta nella notta dai bagliori di decine di migliaia di candele si armonizzava col canto corale di una marea sterminata di pellegrini.
Ma l'8 novembre 2008 eravamo 100 amici e famigliari di Carlo ad avere tutta Lourdes a disposizione per fare un gesto di vicinanza, di affetto, corale, povero nella sua espressione ma probabilmente straordinario nella ricchezza di significato. Come fare ad essere vicino a un amico che soffre e alla sua famiglia? Discretamente senza imporsi volendo a volte scomparire ma nello stempo volendo testimoniare il desiderio di essere vicino? Forse quel pellegrinaggio ci ha offerto l'oppurtunità per un giorno di essere finalmente adeguati, con tutta la nostra impotenza addosso, al bisogno di stringerci intorno ad un amico per testimoniargli semplicemente che gli vogliamo bene. Lourdes è un luogo serio dove milioni di persone ogni anno portano la loro sofferenza e le loro speranze. Dove un'ospedale modernissimo non pretende di curare nessuno ma solo di permettere a persone gravemente ammalate di vivere alcune ore in un luogo di pellegrinaggio per eccellenza. È un'isola dove si può dichiarare la propria sofferenza e la propria angoscia perchè milioni di altri esseri umani vivono qualcosa di simile ai tuoi sentimenti e questa sensazione di appartenere a quella razza umana non ti disturba per una volta. È un luogo serio dove puoi credere quello che vuoi, dove puoi avere qualunque idea della sofferenza ma ti senti accolto da un popolo di umani che in qualche modo nella loro lingua e con le loro modalità di espressione, di devozione, di religiosità, di silenzio, di vuoto o di grazia, sai per certo che vivono quello che vivi tu. Una questione statistica di grande conforto.