Il nocciolo della questione : LA FEDE

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giardiniere dell'Eden
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Il nocciolo della questione : LA FEDE

Messaggioda giardiniere dell'Eden » gio mar 09, 2006 10:45 pm

A titolo di introduzione, e proseguendo il cammino iniziato con il topic "relativismo e pensiero debole", vorrei proporre un breve testo del cardinal Newman (1801-1890). Egli amava presentare l'opzione per la fede come termine di un cammino della ragione che sfocia in una sua definitiva ma "ragionevole" arresa (a surrender of reason):

"La ragione non può svuotare il mistero di amore che la Croce rappresenta, mentre la Croce può dare alla ragione la risposta ultima che essa cerca. Non la sapienza delle parole, ma la Parola della Sapienza è ciò che san Paolo pone come criterio di verità e, insieme, di salvezza. La sapienza della Croce, dunque, supera ogni limite culturale che le si voglia imporre e obbliga ad aprirsi all'universalità della verità, di cui è portatrice.

Quale sfida viene posta alla nostra ragione e quale vantaggio essa ne ricava se vi si arrende! La filosofia, che già da sé è in grado di riconoscere l'incessante trascendersi dell'uomo verso la verità, aiutata dalla fede può aprirsi ad accogliere nella "follia" della Croce la genuina critica a quanti si illudono di possedere la verità, imbrigliandola nelle secche di un loro sistema.

Il rapporto fede e filosofia trova nella predicazione di Cristo crocifisso e risorto lo scoglio contro il quale può naufragare, ma oltre il quale può sfociare nell'oceano sconfinato della verità.
Qui si mostra evidente il confine tra la ragione e la fede, ma diventa anche chiaro lo spazio in cui ambedue si possono incontrare".
(J.H.Newman, La grammatica dell'assenso -1870-, Jaca Book, Milano 1980)

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Messaggioda test » mar mar 28, 2006 4:10 pm

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giardiniere dell'Eden
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Messaggioda giardiniere dell'Eden » mar mar 28, 2006 4:18 pm

Bene! Prendo atto, ringrazio e saluto segnalando comunque l'indirizzo che apre questo articolo, dal mio punto di vista molto illuminante sul rapporto Libertà e Grazia:

Si tratta di una conferenza del Patriarca di Venezia, card. Angelo Scola: è un punto di vista cattolico sul rapporto grazia-libertà. Il titolo è:

LIBERTA', GRAZIA, DESTINO


http://books.google.it/books?id=40-pWig ... no&f=false

L'articolo "Dio, Darwin e la paura dei cattolici" apparso sull'ultima rivista di Caritas Insieme - marzo 2006 -, in cui si prospetta in qualche modo una fede adulta - svincolata dalla religione - si ricollega sorprendentemente alla visione del giovane teologo luterano (ucciso in un campo di concentramento nel '45) Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), il quale già negli anni '40 nello sforzo di accettare l'autonomia umana - la sua "maggiore età", cioè il retaggio della cultura moderna dall'illuminismo in poi - si chiedeva "...chi è Cristo per noi, abitatori di un mondo che ha imparato a fare a meno dell'ipotesi Dio, poiché è finalmente diventato adulto?"

http://www.santiebeati.it/dettaglio/93261

Se è chiaro che il primato va alla fede, è anche vero che da un punto di vista cattolico religione ("religione vera" secondo la definizione di Benedetto XVI - nell'articolo già presentato nel topic sul relativismo - "Nel Cristianesimo la razionalità diventa religione") e fede sono sempre insieme.
La posizione cattolica vede una continuità sia pur indiretta fra Dio da una parte, e l'uomo e il mondo dall'altra (analogia entis). Ne deriva che, poiché i concetti che designano la realtà umana si possono riferire sia pure in modo parziale alla realtà divina, il discorso razionale su Dio è da ritenersi corretto in quanto analogico.

Nello specifico:
"Il teologo protestante Karl Barth (1886-1968) - maestro di Bonhoeffer - ha operato una distinzione nel cristianesimo tra religione e fede. Ha avuto torto a voler separare del tutto queste due realtà, considerando positivamente la fede e negativamente la religione. La fede senza la religione è irreale, essa implica la religione, e la fede cristiana deve, per sua natura, vivere come religione.
Ma ha avuto ragione ad affermare che anche fra i cristiani la religione può corrompersi e trasformarsi in superstizione, ad affermare cioè, che la religione concreta, in cui la fede viene vissuta, deve essere continuamente purificata a partire dalla verità che si manifesta nella fede e che, d'altra parte, nel dialogo fa nuovamente riconoscere il proprio mistero e la propria infinitezza."
(J. Ratzinger, il dialogo delle religioni e il rapporto tra ebrei e cristiani in: Chiesa, Israele e le religioni del mondo, edizioni San Paolo, 2000; pgg. 72-73)

Anche:
Un altro testo, che approfondisce la relazione "religione-fede" anche dal punto di vista storico, è il seguente (prende come riferimento alcuni scritti di Romano Guardini e Eugen Biser): UNA FEDE NUDA di Silvano Zucal (no.1993/05)

http://archivio.il-margine.it/archivio/1993/c5.htm

Vale la pena di leggere anche:
LA RELIGIONE TRA MODERNO E POST-MODERNO (a cura di Vittorio Possenti) 2002: Intervista al card. Ratzinger

http://www.ratzinger.us/modules.php?nam ... le&sid=226
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