Durante il primo viaggio in Romania effettuato nel 1993 mi potevo rendere conto, in modo parziale, dei resti del regime comunista di Ceausescu, dove non esistevano né grandi magazzini né compagnie telefoniche, né Pepsi, né Nokia.
Quest’anno mi sono trovato a trascorrere le vacanze in Romania ed in casa di mio suocero, con il PC di mio nipote, collegato ad un telefono cellulare con un abbonamento mensile di Euro 15 comprese le telefonate gratuite, ho potuto entrare in contatto con il mondo intero, grazie alla rete.
Un grande salto in uno spazio molto breve. L’Est ha applicato la tecnologia già pronta in Occidente con le medesime aziende, magari con nomi diversi, che operano da noi.
Ci si ritrova dunque con le comunicazioni sviluppate. Tutti, o quasi, hanno un cellulare, anche perché all’infuori delle città le reti fisse non sono sviluppate e la comunicazione avviene con il portatile. Le compagnie telefoniche fanno a gara a chi offre di meglio e di più e la concorrenza non è come quella sparuta elvetica che presenta i prezzi più alti d’Europa. Le persone sono aggiornatissime sulle tariffe di ogni compagnia.
In pochi anni dunque sono sbarcati i grandi magazzini; se fai la spesa lì, spesso, spendi come da noi, anche se il salario medio si aggira sugli Euro 240.
Sono sbarcate le compagnie telefoniche ed altri investitori. I manifesti pubblicitari spuntano in ogni angolo della nazione proponendoti dalla bevande ai telefoni, per non parlare dei terreni in vendita. In effetti il Paese presenta buone prospettive in questo senso (costruzioni, immobiliare, ecc.).
Tutta questa tecnologia non va però di pari passo con altri servizi alla popolazione. Ci si lamenta delle strade (nel villaggio dove ero io, sono le medesime di 10 anni fa, gli stessi buchi, lo stesso sterrato), c’è un’autostrada in più è vero (anche se poi bruciano i prati vicini ed il fumo provoca incidenti in cui ci scappa il morto, come successo il giorno seguente il mio passaggio).
E poi la tecnologia porta apparecchi nuovi e dove vanno a finire quando non si usano più? Nei campi, insieme agli RSU i famosi, da noi, rifiuti solidi urbani. E si perché tu puoi collegarti con internet con il mondo intero, ma non hai un servizio di raccolta rifiuti (o meglio in questo caso è permesso solo al vicesindaco perché …è uno che conta, mentre gli altri si arrangiano…). Non hai le canalizzazioni per le acque chiare e scure.
Insomma uno sviluppo veloce con la tecnologia ma uno lento, spesso lentissimo con altri servizi primari ai cittadini.
Nonostante evidenti miglioramenti, a prima vista il parco auto che circola sulle strade; non si vedono più le mitiche Trabant, ma le Dacia Logan di fabbricazione locale in collaborazione con Renault, auto comode e relativamente a buon mercato e naturalmente le altre marche che si trovano comunemente anche da noi.
C’è ancora molto da fare e molto i laboriosi romeni stanno facendo, con l’aiuto di coloro che hanno trascorso qualche anno all’estero ed ora sono rientrati con più esperienza e qualche euro in tasca. Come mi racconta Tudor, due anni in Francia ed ora indipendente nel ramo delle rifiniture per abitazioni. Si lamenta delle strade e del fatto che non tutti lavorano come si deve, ma spera che il tempo cambi un certo tipo di mentalità. Insiste proprio su questo sulla mentalità da cambiare sul fatto di non aspettare che l’altro ti venga incontro, ma che tu faccia il passo avanti, insomma il discorso della responsabilità. Vedremo se anche in questo la tecnologia aiuterà nella velocità.