Un'idea sul Vangelo del 27 novembre 2008

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Un'idea sul Vangelo del 27 novembre 2008

Messaggioda Dante Balbo » mer nov 26, 2008 3:16 pm

Un'idea sul Vangelo del giorno
27 novembre 2008

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,20-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora
coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia.
Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo.
Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini
moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.


Commento
Tanto è devastante il cataclisma politico, militare, naturale e di un popolo, che travolge Gerusalemme, ma in essa il mondo intero, il segno di una fine ineluttabile, tanto è ferma la speranza di Gesù, che per i suoi prevede da questo apocalittico dispiegarsi di potenze celesti e terrene, l'inizio di una liberazione, tanto da ricordare ai suoi di Alzare il capo, verso il Figlio dell'Uomo che alla fine si manifesterà in tutta la sua potenza di liberatore e giudice.
Non si può rimanere indifferenti, davanti a un simile disastro, anche perché la caduta di Gerusalemme ci fu realmente e probabilmente i Vangeli ne poterono parlare così in dettaglio perché quando furono scritti era già avvenuta, ma proprio in questo contesto ci viene chiesto di mantenere lo sguardo fisso su Gesù, nostra forza, per ogni tempo in cui le nostre certezze personali o comunitarie si frantumano nella prepotenza dei nemici, malvagi approfittatori che affamano i popoli, o forze naturali che mettono in ginocchio intere nazioni.
Gesù parla del tempo dei pagani e questo ricorda che San Paolo nella lettera ai Romani riflette sul mistero di Israele il cui rifiuto del Messia, permise a noi tutti di entrare nell'economia della Salvezza. Se è giusta questa interpretazione, allora la nostra gratitudine per i fratelli Ebrei deve essere grande, così come la nostra preghiera, perché possa abbreviarsi il tempo dei pagani e possano tornare finalmente nella Grazia dell'alleanza già concessa a loro per primi.
D.G.B.

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