- Invitatorio: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_11_06/01_invitatorio.mp3
- Ufficio delle letture: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_11_06/02_ufficioletture.mp3
- Lodi: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_11_06/03_lodi.mp3
- Ora media: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_11_06/04_oramedia.mp3
- Vespri: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_11_06/05_vespri.mp3
- Compieta: http://88.198.43.34/2/cati/liturgiaore/2009/09_11_06/06_compieta.mp3
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Un'idea sul Vangelo del giorno
06 novembre 2009
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16, 1-8 )
(le letture evangeliche sono tratte dal sito http://www.lachiesa.it/liturgia)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Commento
Gesù in questo brano non approva il comportamento dell'amministratore, tanto è vero che lo chiama disonesto, ma sottolinea che essere cristiani non significa rinunciare alla propria intelligenza e alla propria astuzia. qui si apre tutto il grande problema del compromesso, legato al possesso dei beni, che di per se stesso è disonesto, per chi ritiene propri beni che in effetti non gli appartengono, così come nulla è nostro, nemmeno noi stessi, ma nello stesso tempo è sull'uso dei beni che si gioca il nostro rapporto con gli altri e con il Signore.