Veronica Guerin
Storia vera di una giornalista irlandese che nonostante le minacce di morte prosegue un'inchiesta sul traffico di droga finché viene uccisa. Dal suo sacrificio nasce tutto un movimento di popolo contro la diffusione della droga che porta in breve ad alcune importanti modifiche di legge. Interpretazione magistrale di Cate Blanchett che fra l'altro assomiglia abbastanza al personaggio vero, una madre, che si batte strenuamente per il futuro di suo figlio, per una società migliore. Girato con ritmo e dinamica avvincente, cura, dosando bene gli ingredienti, la caratterizzazione della giornalista, un'eroina dei nostri giorni, credibile nella sua umanità anche se fuori dagli schemi per coraggio e determinazione. Fa parte di quelle fiabe moderne che non hanno il lieto fine ma un segno di speranza che può essere colto dalla maggioranza silenziosa nel messaggio: si può sperare contro ogni speranza perché ne vale comunque la pena.
Perché non ricordare nella lista, anche se la storia è quella di un bambino che scopre il valore rivoluzionario della solidarietà, lo splendido Pay it Forward (Un sogno per domani).
Master and Commander
Il mare in burrasca come non l'avevamo mai visto, o meglio in The Storm c'era già tutto l'apparato effetti speciali, ma qui c'è il fascino del veliero inglese ottocentesco. Giri di elicotteri intorno al veliero assolutamente mozzafiato anche se un po troppo Titanic. E poi le Galapagos con Iguane, tartarughe e tutto quello che i documentari del National Geographic ci hanno già mostrato, ma qui su grande schermo i naturalisti possono sognare. Poi le solite battaglie marittime con dovizia di particolari che un montaggio curatissimo permette di apprezzare anche se sai già tutto. E il problema di questo film noioso è proprio il fatto che sappiamo già tutto e abbiamo già visto tutto. Insomma sembra scritto col copia incolla, senza guizzi anche se i ragazzini che combattono sul veliero come navigati marinai sono abbastanza nuovi, ma quelli dell'isola che non c'è di Peter Pan proposti da Spilberg erano quasi più credibili e certamente più simpatici. La fotografia stupenda, il montaggio veloce, la musica sublime - I duetti di violino e violoncello sul veliero sono momentini da brivido se c'è l'impianto adeguato e ... le orecchie aperte al punto giusto - non riescono a farlo decollare, e a un certo punto il film finisce come potrebbe anche continuare altre due ore. Ma non si sa perché e per andare dove. Peccato per i mezzi e la bellezza continuamente sfiorata.
Umi wa miteita – The Sea is Watching - Il mare e l'amore (come spesso succede il titolo italiano è una traduzione molto libera
)
Scritto da Kurosawa e realizzato da Kei Kumai, verosimilmente un suo discepolo che ha voluto realizzare questa pagina del maestro per rendergli omaggio, ma con meno maestria di quanto ce ne sarebbe voluta. Il film è una piacevole descrizione melodrammatica di uno squarcio del mondo delle donne di piacere giapponese, le geishe. Delicato e molto giapponese, penso affascini tutti quelli come noi che il giappone, sia moderno che antico, non lo conosciamo. Un angolo molto ristretto e teatrale quello del bordello fuori dal tempo e dal mondo, dovo si muovono pochi personaggi descritti nella loro semplicità e nella loro capacità di amare, e di sognare, soprattutto le figure femminili che sono le assolute protagoniste. Ritmo lento e didascalico, con un piacevole finale quasi surrealista e cartonato che firma poeticamente questa storia tutta made in Japan, che probabilmente aveva in se qualcosa in più da dire e l’avrebbe forse detta se a realizzarla fosse stato il geniale Kurosawa di Ran, di Kagemusha e Dersu Uzala.