giardiniere dell'Eden ha scritto:Per me le cose non sono ancora chiare. Di conseguenza, con il rischio di sembrare naif (o tardo, come forse sono), ma con l'esigenza di progredire nella "consapevolezza" (ricordo che nel topic precedente su "povertà sociale e povertà religiosa" si soteneva il valore della "povertà consapevole", ma tutto questo sito di Caritas ha poi questa prerogativa di far crescere nella "consapevolezza), mi ripongo le seguenti domande:
1. Perché la fede (la Chiesa, il cristiano) ha bisogno di un "pensiero forte"( metafisico, non depotenziato o rassegnato) con cui continuare indefinitamente un rapporto dialettico? E che beneficio esistenziale porta a me, uomo della strada, tutto questo?
Non è che il cristiano o la chiesa abbiano bisogno di un pensiero forte, ce l'hanno, cioè hanno a disposizione la sovrabbondanza della caritas divina, la logica del centuplo, dei cinquemila sfamati con l'avanzo di dodici ceste. Il pensiero metafisico è insito nella natura umana, l'uomo di per se stesso non è in grado di pensarsi al di fuori di un al-di-là della propria animalità, essa stessa non esiste se non come pensiero. IL pensiero cosiddetto debole ha giustamente stabilito che non vi sono verità assolute, perché non eisiste il mondo delle idee iperuranie platoniche, ma purtroppo non porta il proprio speculare oltre lo scientismo meccanico che evidentemente non trova alcun fondamento. In realtà l'umano è per sua intrinseca natura altro da sé, pensiero che si pensa, in particolare pensiero che giudica il rapporto perché è nel rapporto che nasce.
2. Posta la validità della prima domanda, come si concilia il "pensiero forte " con il Vangelo, cioè con Cristo povero, crocifisso?
Noi predichiamo Cristo e questi crocifisso gal 2, 20 se non erro, è la testimonianza di s.Paolo, perché in cristo e in lui crocifisso sta lo scandalo sempre attuale della croce, obbedienza ad una eredità insostenibile e pure unica che renda propriamente umani. La povertà non sta né nella mancanza di mezzi, Cristo stesso avrebbe potuto comandare a dodici legioni di angeli di proteggerlo, né nella mancanza di argomenti, "se non capisci le cose della terra come potrò spiegarti quelle celesti." Gv 3, 1ss, ma nella radicale difficoltà di farsi comprendere da un mondo che ha un'altra logica, un altro pensiero, letteralmente è un'altra città.
3. Se il "pensiero forte" aiuta la fede (la Chiesa) nella sua proposta universale (cattolica) non è insito nello stesso concetto un che di violento, di fondamentalista, di non tollerante?
Torna a “Discussioni generali”
Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti