ricevuto e visto. Mah!!!
Un esercizio di equilibrismo impossibile con un uno "scenario" da spararsi per lo scontato e la possibile noia mortale giocato con maestria notevolissima: testo, recitazione super, camera discreta, montaggio senza il minimo scossone o errore, insomma tutto dosato al millimetro anzi al micron. Ma non mi è piacciuto gran ché se non la prima metà dove lo scontato dosatissimo nelle sfumature rende divertente la caratterizzazione forzata del personaggio Lost in Traslation un altra volta ma senza Tokio di notte dietro. Ma anche in privato magari Bill è così...
Sharon Stone sempre perfetta con figlia più che promettente, e tutto l'episodio scritto benissimo. Se il film finisse qui sarebbe un bel film. La Dora successiva hippy virata male, no grazie, e la hells angels di periferia potevano evitarla anche se è brava ma la storiella non dice nulla. No comment sulla dottoressa Jessica che parla ai gatti, come potrebbe parlare ai muri tanto non ha nulla da comunicare a nessuno, e non per colpa della recitazione ma per come è stato scritto tutto l'insulso e inutile episodio. Il possibile figlio finale da dove viene e dove va non si sa.
Bravo e buonissima la dinamica con l'amico Sherlock, per fortuna, ma appunto è nella prima parte perfettamente godibile, e crea le aspettative disilluse dopo.
Insomma Lost in Traslation non andava a parare da nessuna parte ma reggeva per l'autoironia del personaggio e per il continuo dialogo con il mondo giapponese esterno pitturato sullo sfondo della nonstoria e la carica di vitalità sommessa e sottomessa ma presente della fanciulla senza orecchino di perle. Qui invece c'è solo la disillusione-depressione del protagonista che da automa segue il copione del film come pure il copione del viaggio organizzato e voluto dall'amico. Evidentemente anche lui vuole, ma non dichiara cosa e rimanda al suo alterego.....
Spero che non continuino con questo filone perché attore e regista possono fare ben altro. Un esercizio notevolissimo di cinema ma sostanzialmente un film noioso e in ultima analisi ratato.
