LITURGIA DELLE ORE mp3 e Vangelo del 06.03.10

Liturgia delle ore da scaricare in mp3 + un pensiero sul vangelo del giorno a cura di Dante Balbo, diacono, psicologo e psicoterapeuta, operatore di Caritas Ticino e coautore della rubrica televisiva "Il vangelo in casa" della trasmissione Caritas Insieme

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Dante Balbo
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LITURGIA DELLE ORE mp3 e Vangelo del 06.03.10

Messaggioda Dante Balbo » ven mar 05, 2010 8:25 am

LITURGIA DELLE ORE da ascoltare mp3:

versione del giorno completa file .zip http://cativideo.dyndns.org/cati/liturgiaore/2010/10_03_06/lit_10_03_06.zip


Un'idea sul Vangelo del giorno
06 marzo 2010

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 15,1-3.11-32)
(le letture evangeliche sono tratte dal sito http://www.lachiesa.it/liturgia)


In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono pi&u! grave; degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».


Commento
Difficile è commentare una parabola come questa, perché è ricchissima di implicazioni, ogni dettaglio è una miniera, differenti sono le prospettive, da quella economica che vede nel figlio che se ne va un buon imprenditore, non per i guai che ha creato, ma per la sua flessibilità, a quella cristologica che nota come il padre è sempre rivolto all'umanità ferita, anche quando va distante da Lui e prepara per lei il vitello grasso, Gesù, il sacrificabile. Si può osservare dal punto di vista del fratello maggiore, uno che lo ricordiamo ha ricevuto la stessa eredità del minore, solo che non ne ha fatto uso e poi si lamenta perché non è stato un buon imprenditore, oppure dalla parte del Padre Misericordioso, che rompe ogni tradizione, corre incontro al figlio, lo abbraccia, sugella con un bacio la possibilità che si lasci andare a considerazioni fuori luogo. Infine ma non da ultimo, si può osservare questa parabola nel contesto della missione di Gesù, venuto per salvare i peccatori e riportare alla vita ciò che era morto. E noi dentro tutto questo siamo un po' tutto questo, figli ribelli o inetti, desiderosi di poterci sfamare almeno delle carrube, pronti a tornare a casa, ma timorosi di una punizione che pensiamo tremenda, arrabbiati perché quelli che fanno i soldi con la disonestà poi trionfano e se la cavano sempre. Lasciamoci conquistare da questo padre, che sta alla finestra e aspetta, che non prende sonno e attende, che anche quando siamo lontani ci raggiunge, non appena gli offriamo uno spiraglio per farsi riconoscere come Colui che ci attende sempre.
D.G.B.

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